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I jihadisti di Isis e Boko Haram stanno convergendo sulla Libia

I combattenti dell'Isis si stanno trasferendo a Sirte. In arrivi anche i miliziani di Boko Haram. La Libia rischia di diventare il nuovo fulcro dello Stato islamico

I jihadisti di Isis e Boko Haram stanno convergendo sulla Libia

Sirte la nuova Raqqa. Il califfo Abu Bakr al Baghdadi e la sua cerchia più stretta vogliono trasformare la città nel nordest della Libia nella nuova capitale dello Stato islamico. In questo modo potranno continuare a seminare terrore, a due passi dall'Europa, anche se dovessero essere cacciati via dalla Siria e dall'Iraq. I servizi di intelligence libici hanno riferito dell'arrivo "a Sirte di vari combattenti jihadisti, tra cui alcuni leader dell’Isis, giunti sulla città costiera libica dall’Iraq e dalla Siria attraverso il Mediterraneo". Le stesse fonti hanno parlato di "diverse decine di Boko Haram provenienti dal Mali, Ciad e Nigeria e arrivati a Sirte per sostenere" lo Stato islamico.

La Libia è il primo Stato, al di fuori di Iraq e Siria, dove i tagliagole governano davvero. Qui hanno il controllo di una vasta area nell'est del Paese: quella di Sirte appunto, città natale di Gheddafi e roccaforte dell'ex rais. Una regione che gli uomini dello Stato islamico non solo hanno in pugno grazie alla a presenza di oltre 5.000 combattenti (fino a pochi mesi fa si parlava di alcune centinaia), ma che amministrano attraverso l'azione di "emiri" che impongono le brutali regole del Califfato (dal divieto di fumare o ascoltare la musica all'obbligo del velo integrale per le donne) e gestiscono le risorse. Queste ultime provenienti soprattutto dal petrolio, di cui il Paese nordafricano è ricco. Ma anche dal traffico di profughi. Al momento i jihadisti controllerebbero oltre 250 chilometri di costa libica, dalla città di Abugrein a ovest di Sirte (non lontano da Misurata) a quella di Nawfaliya a est. Ma le milizie dell'Isis puntano ora ancora più a est, minacciando Harawa, Nufaliya e Bin Jawad, con l’obiettivo di piantare le sue bandiere nere nell’area di Ajdabiya, la porta verso i campi della mezzaluna petrolifera, a metà strada tra Bengasi e Sirte. "I terroristi stanno trasportando armi pesanti e veicoli blindati verso est", fanno sapere fonti locali a Alwasat spiegando che "elementi della formazione pattugliano armati le strade principali, accompagnati dalla polizia islamica". Il controllo delle risorse energetiche del Paese è strategico per i tagliagole del Califfo, proprio come nel nord dell’Iraq, dove i terroristi ne utilizzano i proventi vendendoli al mercato nero per autofinanziarsi.

Sirte rischia di diventare il nuovo fulcro dello Stato islamico. "Dalla Siria e dall'Iraq - spiega Omar Adam, a capo di una delle principali milizie di Misurata - è in corso un grande esodo della leadership dell'Isis che si sta stabilendo in Libia". "Sirte non sarà meno di Raqqa" è intanto il mantra ripetuto incessantemente dai leader jihadisti libici che in queste settimane, secondo fonti militari del Paese, starebbero accogliendo in città un vero e proprio fiume di reclute straniere insieme alle loro famiglie. "Del resto proprio la Libia - spigano fonti di intelligence - viene sempre più indicata negli ultimi tempi come la meta da preferire a Siria e Iraq". Un invito martellante da parte dei massimi responsabili dello Stato islamico e dei suoi reclutatori in tutto il mondo occidentale e arabo.

Il quadro è dunque allarmante.

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