Il divieto d’ingresso negli Usa deciso da Trump per i cittadini che provengono da sette Paesi a maggioranza musulmana, sarebbe un errore strategico. Ad affermarlo, sul Washington Post, ci sono Rita Katz, la direttrice del sito di monitoraggio delle attività dei jihadisti online, il senatore repubblicano John Mc Cain, un veterano della Cia, ed altri esperti citati dal quotidiano.
Nelle ore immediatamente successive alla firma dell’ordine esecutivo che ha sancito il blocco di 90 giorni agli ingressi negli Usa dei cittadini provenienti da Siria, Libia, Iran, Irak, Somalia, Sudan, e Yemen, secondo quanto riporta il Washington Post, infatti, i gruppi jihadisti hanno festeggiato, sulla rete, per la decisione del presidente americano.
La misura introdotta da Trump, rappresenterebbe, infatti, per i jihadisti, secondo quanto riferisce il quotidiano statunitense, una conferma dell’entrata in guerra degli Stati Uniti contro l’Islam, tanto che, gli islamisti, sulla rete, l’hanno comparata all’invasione dell’Iraq nel 2003. Un’invasione che al tempo, gli stessi miliziani avevano definito “benedetta”, perché “avrebbe acceso il fervore anti-Occidentale nel mondo islamico”.
“Benedetto” per gli islamisti, sarebbe, quindi, per lo stesso motivo, pure il divieto di ingresso in America per i musulmani voluto da Trump. Su Telegram, gli appartenenti ai gruppi radicali islamici, avrebbero scritto anche che Trump “starebbe realizzando le previsioni di Anwar al-Awlaki, il leader di al-Qaeda ucciso in un raid di un drone Usa in Yemen nel 2011, secondo il quale l'Occidente si sarebbe prima o poi rivoltato contro i suoi cittadini musulmani". Altri credono che il presidente americano stia per lanciare una nuova guerra in Medio Oriente.
"Atti selettivi e discriminatori come questi serviranno solo a incoraggiare la narrativa radicale degli estremisti", ha comunicato, l'Organizzazione della cooperazione islamica, criticando la decisione del presidente americano sul blocco degli ingressi negli Stati Uniti dei cittadini che arrivano da sette Paesi a maggioranza musulmana. E secondo il senatore John McCain, citato dal Washington Post, in Iraq e in Siria l’effetto di questo provvedimento "sarà quello di fare ancora più propaganda all'Isis".
A definire il provvedimento varato da Trump, un “errore strategico” c’è anche Robert Richer, veterano della Cia ed ex capo della divisione Medio Oriente dell'Agenzia, secondo il quale la decisione di Trump rappresenta "una vittoria per i jihadisti e per tutte le altre forze anti-americane".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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