"Tutte le preparazioni necessarie sono state fatte in modo che le donne, inizialmente solo per le partite internazioanli, possano entrare negli stadi di calcio". Accade in Iran, poco tempo dopo la morte di Sahar Khodayari, la "ragazza in blu", la giovane tifosa che si era data fuoco per protestare contro il divieto che impedisce alle cittadine di assistere agli incontri sportivi. La ragazza, morta in seguito alle gravissime ustioni riportate, era diventata un simbolo. Aveva scelto di protestare dopo aver appreso che rischiava una condanna a sei mesi per oltraggio al pudore.
Secondo quanto riportato da Tgcom24, a dare l'annuncio ufficiale di questo cambiamento è stato il ministro dello Sport, Masoud Soltanifar.
Il governo del presidente Hassan Rouhani, ritenuto da molti riformista, aveva mostrato interesse per questa apertura (sollecitato anche dalla Fifa). Ma si era scontrato con il clero sciita più conservatore, che nella Repubblica islamica, in particolare dopo il 1979, l'anno della rivoluzione, ha un peso sociale determinante. Il bando delle iraniane dagli stadi del Paese entrò in vigore proprio nell'anno in cui l'ayatollah Ruhollah Khomeini cambiò per sempre il volto dello stato.
L'eliminazione di questo divieto, rimosso in passato solo occasionalmente per eventi particolari, è attesa a partire dalla partita che il 10 ottobre la nazionale iraniana maschile giocherà allo stadio Azadi a Teheran contro la Cambogia, per le qualificazioni al
Mondiale del 2022, in Qatar. Nella struttura messi a punto spazi, ingressi e bagni separati perr uomini e donne ed è previsto un rafforzamento delle forze di polizia affinché non si registrino incidenti gravi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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