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Si combatte nella città irachena di Ramadi. Il vessillo dell'Isis in centro

Secondo fonti locali i miliziani controllano tutti gli edifici governativi. Le tribù pronte ad accettare l'aiuto degli sciiti

Le forze di sicurezza difendono il quartier generale a Ramadi dagli islamisti
Le forze di sicurezza difendono il quartier generale a Ramadi dagli islamisti

I miliziani jihadisti hanno issato la bandiera nera su un compound governativo a Ramadi, nella provincia irachena dell'Anbar. Gli uomini del sedicente Stato islamico combattono qui con le forze governative, in una zona a poco più di cento chilometri da Baghdad e una sessantina da Falluja, nella seconda offensiva da aprile.

Diversi distretti cittadini sono caduti nelle mani degli uomini di al-Baghdadi e un funzionario locale, citato dall'agenzia stampa Dpa, accusa il governo di Baghdad, sostenendo che se gli islamisti sono riusciti nella loro avanzata è perché c'è stato un "ritiro da parte delle truppe dell'esercito".

Nelle mani dei jihadisti ci sono le zone di Thila, Jamaiya e Bualan, nella zona centro-settentrionale del capoluogo provinciale. E il vessillo nero sventola sul compound governativo. Un segno non particolarmente positivo per una operazione governativa che mira a espellere dall'Anbar gli estremisti, che qui davano problemi molto prima che iniziasse l'avanzata del sedicente Califfo.

Secondo fonti ufficiali irachene i jihadisti si sono serviti di diverse autobomba per raggiungere il centro della città. Tra i morti suicidi ci sarebbe anche un miliziano di origini britanniche. L'Isis controlla ormai "l'intera area che comprende gli edifici militari, il quartier generale della polizia e il consiglio provinciale", dicono uomini sul posto, mentre le tribù sunnite della zona sono pronte ad accettare l'intervento delle milizie sciite della Mobilitazione popolare, pur di respingere l'avanzata.

La situazione è comunque tutta in divenire. Secondo l'inviato di Al Jazeera, Osama Mohamed, almeno "due quartieri e un importante centro di comando dell'esercito" sono ancora in mano alle forze armate.

L'avanzata su Ramadi arriva nello stesso giorno in cui l'Isis ha diffuso un audiomessaggio attribuito ad Abu Bakr al-Baghdadi.

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