300 rapiti dall'Isis vicino Damasco, si teme per 175 operai

Trecento lavoratori della fabbrica di cemento al Badia erano stati rapiti lunedì durante un attacco dell'Isis a Dmeir, 50 km a nord-est di Damasco: secondo alcune fonti circa 175 di loro potrebbero essere stati giustiziati dai miliziani del Califfato, ma non ci sono conferme

300 rapiti dall'Isis vicino Damasco, si teme per 175 operai

A meno di cinquanta chilometri dalla capitale Damasco, secondo quanto è stato comunicato all’agenzia Reuters da fonti delle truppe di Assad, l’Isis avrebbe massacrato 175 persone impiegate in una fabbrica di cemento della periferia della capitale siriana.

Lunedì scorso, infatti, le autorità di Damasco avevano dato notizia di un attacco, lanciato dagli uomini dell’Isis a Dmeir, una zona periferica che si trova a circa cinquanta chilometri a nord-est della capitale. Durante l’assalto 300 siriani che lavoravano nella fabbrica di cemento al Badia, sono stati rapiti dai miliziani.

Il condizionale però è d'obbligo. Le notizie sulla sorte dei 175 lavoratori rapiti sono, infatti, ancora confuse. Se inizialmente la Reuters, altri media locali, come il quotidiano libanese Daily Star, e russi, avevano dato per certa la notizia dell'avvenuto massacro citando fonti militari di Damasco, poco fa i militari siriani, citati dalla agenzia di stampa siriana SANA, hanno chiarito che, al contrario, "l'esercito siriano non ha diffuso alcun comunicato sul destino dei lavoratori", ostaggio dei miliziani del Califfato.

Anche sui numeri delle persone effettivamente in mano agli uomini dell'Isis le notizie che arrivano sono ancora contrastanti. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, infatti, vicino all’opposizione, afferma che circa 140 persone sarebbero riuscite a fuggire mentre non meno di 170 cittadini siriani sarebbero stati, invece, portati in una zona sotto controllo dell’Isis a Reef Dimashq. Secondo il network di informazione russo Sputnik, invece, sarebbero 75 gli ostaggi ad essere fuggiti, ed un numero imprecisato ad essere stati liberati.

L’annuncio del rapimento era stato fatto nella giornata di lunedì, quando la compagnia al Badia aveva informato il ministero siriano dell’Industria che 300 tra lavoratori e contractors erano stati rapiti da militanti dello Stato Islamico, e che di loro non si avevano più notizie. Un ufficiale del governo siriano nella zona di Jeiroud, Nadim Kreizan, citato dalla agenzia di informazione SANA, ha affermato, invece, che proprio gli abitanti di Jeiroud hanno visto circa 125 tra i rapiti che venivano trasportati sui pick-up dell’Isis in direzione di Tal Dakweh, nei sobborghi del Ghouta orientale, dove sono attivi al-Nusra e altri gruppi vicini allo Stato Islamico.

Il ministero dell'Industria siriano, ha inoltre fatto sapere, sempre attraverso i media siriani, di essere in contatto costante "con l'azienda e le parti coinvolte per sapere dove si trovano i lavoratori sequestrati e cercare di farli rilasciare".

L'Isis, in ogni caso, non

sarebbe nuovo a questo tipo di esecuzioni di massa, come testimoniano i numeri impressionanti delle persone giustiziate dal gruppo terroristico, sia in Siria, sia nella roccaforte del sedicente Stato Islamico in Iraq, Mosul.

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