C'è grande mistero dietro al congelamento - che sarebbe già stato fatto, anche se il Dipartimento di Stato nega - da parte degli Usa di 125 milioni di dollari di fondi destinati all'agenzia dell'Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi. L'obiettivo - presentato dal presidente Donald Trump lo scorso 3 gennaio - è quello di far pressione sui palestinesi affinché partecipino ai tavoli di pace: "Paghiamo ai palestinesi centinaia di milioni di dollari all'anno, e non riceviamo alcun apprezzamento o rispetto. Con i palestinesi non più disposti a parlare di pace, perché dovremmo continuare con questi enormi pagamenti?". E così il presidente americano sarebbe passato dalle parole ai fatti.
Netanyahu contrario ai tagli
Secondo quanto riporta Channel 2, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe contrario all'iniziativa degli Usa. Secondo un rapporto interno del ministero, infatti, se gli Stati Uniti cesseranno di finanziare l'agenzia Onu per i profughi palestinesi (Unwra), si rischia "di aggravare la situazione umanitaria arrivando alla catastrofe, specie a Gaza". Questo "non aiuterebbe certo, anzi al contrario" porrebbe il peso sulle spalle di Israele".
Secondo fonti citate da Channel 2, anche l'esercito pensa "che tagliare i fondi non sarebbe d'aiuto".
Gli Stati Uniti sono il primo donatore dell'Unwra: nel 2016 hanno versato direttamente 152 milioni di dollari all'agenzia Onu, cui si aggiungono altri 216 milioni in progetti collegati Dopo il tweet di minacce di Trump, diversi ministri avevano lodato il presidente americano. Ma l'ufficio di Netanyahu era rimasto in silenzio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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