Guerra in Ucraina

L'affondo di Capuozzo sulla guerra: "Ora si può fare solo una cosa..."

Il giornalista Toni Capuozzo critica l'Occidente che resta quasi impotente a guardare e a sperare che gli ucraini resistano all'avanzata russa

L'affondo di Capuozzo sulla guerra: ​"Ora si può fare solo una cosa..."

"Fare gli eroi con le vite degli altri". Il giornalista Toni Capuozzo critica l'Occidente che rimane quasi inerme di fronte alla guerra in Ucraina.

"Non c’è dubbio che il Male è l’aggressione di Putin, e che il Bene sia fermarla" è la premessa di Capuozzo che giudica deboli gli strumenti messi in campo dall'Occidente per contrastare l'invasione russa sul territorio ucraino. Non basta sperare nel logoramento delle truppe di Putin e le sanzioni sono "armi a doppio taglio" che "funzionano nel lungo periodo, non ora e adesso". L'Italia e l'Europa, come ha spiegato il Giornale, necessitano del gas che proviene da Mosca e da cui noi occidentali dipendiamo dal momento che non abbiamo diversificato le nostre fonti energetiche al punto da non dipendere più da Putin. Gli invii di armi che stanno per arrivare a Kiev da Berlino, dall'Italia e dai principali Paesi europei "salvano la coscienza", ma "non cambiano la battaglia". "Serve sacrificare Zelensky sull’altare, immolare migliaia di vite per vincere la guerra dell’immagine e incollare la figurina gelida di Putin per sempre sull’album dei cattivi della Storia?", si chiede Capuozzo che, poi, ripercorre gli atti d'eroismo degli ucraini. I singoli cittadini che imbracciano le armi, le donne che confezionano le bottiglie molotov e il rifiuto di trattare la resa sono tutti episodi che fanno rivivere nella "memoria da vecchio cronista" tutti quei luoghi"in cui la dignità è morta, ed è rimasta solo la sopravvivenza e la pietà". Capuozzo si riferisce alle bombe della Nato "sui colleghi della televisione di Belgrado", ma anche "alle donne afghane illuse e abbandonate, alle doppie morali e alle sovranità sussultanti, sacre ora, relative domani". Capuozzo sa per esperienza che"dietro le parole delle guerre c’è il cinismo dei fatti" e, a farne le spese, sono le vite dei comuni cittadini. "Non predico la resa, né fisica né morale", sottolinea il noto cronista di guerra.

Di fronte a un simile conflitto noi occidentali continuamo a sperare che gli ucraini continuino a respingere gli attacchi russi almeno per una decina di giorni. In pratoca "siamo solo spettatori" che non possono far altro che"tifare", "stupirsi di una colonna cecena spazzata via", preocupparsi che non vi sia una nuova Cernobyl oppure"temere e pregare, guardare o chiudere gli occhi". Le immagini di guerra raccontate in questi da ilGiornale.it, infatti, sono emblematiche di una situazione davvero drammatica. Tutti abbiamo 'tifato' per l'anziana che ha sfidato i soldati russi con un mazzo di fiori, mentre i 13 soldati dell'Isola dei Serpenti che hanno mandato a quel paese gli invasori e un singolo cittadino ucraino ha cercato di fermare col suo corpo l'avanza di un tank russo. Davanti a tutto ciò "mi sembra però che i leader -e noi tutti – immaginiamo molto come combattere senza farci male (noi, qui) e poco come far cessare il fuoco", scrive Capuozzo lodando "quella resistenza passiva che forse è la sola distanza possibile a noi vecchi, quando la gioventù mette l’elmetto, e pronuncia parole di marmo, come la gloria". In definitiva noi occidentali "preferiamo passare alla geografia, nascondendo i cartelli stradali, che alla Storia.

Se guerre le hai viste, ogni tregua è buona come il pane".

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