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L'Air Force americana nel mirino del Califfato: ex meccanico jihadista

Un ex meccanico dell'aeronautica americana ha cercato di entrare in Siria per unirsi allo Stato islamico

L'Air Force americana nel mirino del Califfato: ex meccanico jihadista

Un ex meccanico dell'aeronautica americana è accusato di aver cercato di entrare in Siria per unirsi ai miliziani dello Stato islamico. Secondo un gran giurì di Brooklyn, l’equivalente di un tibunale militare, tra i capi di accusa a carico di Tairod Nathan Webster Pugh, arrestato lo scorso 18 gennaio, ci sono anche quello di aver tentato di fornire materiale di sostegno all’organizzazione terroristica e quello di aver ostacolato le indagini.

Al momento non sono emersi altri dettagli, se non che tra il maggio del 2014 e il gennaio 2015 l’uomo avrebbe cercato di raggiungere i jihadisti in Siria. Prima dell'arresto avrebbe anche cercato di distruggere quattro chiavette usb danneggiando le immagini e i file in esse contenuti. "I documenti esaminati dai giudici - secondo quanto riporta l’emittente televisiva Abc - mostrerebbero come l’ex meccanico specializzato della Air Force, cittadino americano, lo scorso 10 gennaio è volato dall’Egitto in Turchia, da dove avrebbe tentato di raggiungere la Siria per unirsi agli uomini dello stato islamico e partecipare alla guerra santa". Le autorità di Ankara, però, gli avrebbero negato l’ingresso nel Paese. Così Pugh sarebbe stato costretto a rientrare in Egitto dove è stato fermato ed estradato negli Stati Uniti.

Dai file danneggiati emerge come l’uomo abbia compiuto per giorni ricerche su internet per capire chi controlla i confini dello Stato islamico, soprattutto tra Turchia e Siria, e su chi controlla la città di Kobane. Online avrebbe anche visionato più volte uno dei più noti video propagandistici dell’Isis, intitolato Flames of War, e filmati che mostrano l’esecuzione sommaria di prigionieri da parte dei jihadisti, con un colpo di pistola alla testa. Pugh è stato in servizio nell’Air Force dal 1986 al 1990. Ora sarà chiamato in giudizio davanti a una corte federale.

Se sarà deciso il processo l’uomo rischia fino a 35 anni di carcere.

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