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L'analisi dello 007: "Probabile che il format si ripeta"

L'agente segreto: "Noi abbiamo una rete che finora ha funzionato, ma come tutte le reti, per quanto le stringi, hanno sempre dei buchi"

L'analisi dello 007: "Probabile che il format si ripeta"

"Colpiscono chi mangia un panino, chi guarda la partita, chi va a ballare. Sport, musica e cibo, cioè il nostro modo di vivere occidentale. È una guerra senza esclusione di colpi, dove nessuno può sentirsi al sicuro".

L'11 settembre parigino, dice lo 007, segna un punto di non ritorno non certo e non solo per la Francia: perché quelle esplosioni per le strade, le sparatorie nei locali e gli ostaggi scelti a caso e uccisi a sangue freddo, sono il risultato di un'azione organizzata e pianificata, militarmente perfetta, portata a termine da cittadini francesi e stranieri. Uniti dall'odio. Una macchina del terrore che oggi colpisce la Francia e domani potrebbe attaccare ovunque.

"Altro che lupi solitari - ragiona la qualificata fonte dell'intelligence italiana - qui siamo di fronte ad un attacco senza precedenti, soprattutto in termini di risultati. E questo dimostra che, ormai, questa gente ha costruito sofisticate reti di supporto nel cuore dell'Europa".

Il punto è proprio questo: saranno gli investigatori a dire quali e quanti collegamenti abbiano i terroristi di Parigi con lo Stato Islamico o con qualsiasi altra organizzazione terroristica, ma quel che è già evidente è che c'è stata quella che gli analisti definiscono "un'evoluzione" dell'Isis.

In neanche due settimane, ragiona lo 007, l'Isis - o, meglio, il network che si muove attorno al Califfo - ha abbattuto un aereo a Sharm el Sheik, prendendo in un colpo solo due obiettivi: la Russia che è entrata a suon di bombe nel conflitto siriano e l'Egitto. E, ancora, hanno mandato i kamikaze a fare una strage a Beirut, nella roccaforte di Hezbollah, storico alleato di Bashar al Assad.

Poi, ieri, hanno colpito Parigi, altro pesante nemico per il ruolo svolto in Medioriente. "Colpiscono un simbolo dopo l'altro. Un nemico dopo l'altro". Ma c'è un altro aspetto che inquieta, forse di più, l'intelligence e l'antiterrorismo: una "modalità nuova e preoccupante" d'azione.

Lo dice apertamente anche il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi: "C'è stato un upgrade, probabilmente chi ha agito era eterodiretto". Vale a dire che poco o nulla di quanto accaduto è stato improvvisato. "Dalle informazioni finora a disposizione - conferma lo 007 -ieri sera sono entrati in azione terroristi cresciuti in patria e reduci dai teatri di guerra, soggetti provenienti delle banlieue e veterani di decine di battaglie, tutt'altro che sprovveduti. Una miscela esplosiva che pesca nel qaedismo e nell'Isis e che ha una forte capacità di seminare terrore su obiettivi altamente simbolici del vivere occidentale". Un format su cui si dovrà molto lavorare poiché, è la convinzione degli 007, "è poco probabile che non si ripeta in altri paesi o nella stessa Francia".

La minaccia "contemporanea, plurilocalizzata, suicidiaria, ramdomica - ragiona un'altra fonte dell'antiterrorismo - è una realtà con cui dovremo convivere a lungo". Per questo bisognerà registrare le falle nella rete informativa: "gli otto che sono stati uccisi non possono aver fatto quello che hanno fatto tutto da soli" dice la fonte.

Ma allora chi li ha aiutati? Dove sono gli altri? Da quanto tempo pianificavano le azioni? Perché soggetti schedati fin dal 2010 sono riusciti a farsi saltare in aria in un teatro pieno di gente? "Noi abbiamo una rete che finora ha funzionato - risponde lo 007 - ma come tutte le reti, per quanto le stringi, hanno sempre dei buchi.

Si alza il livello della sfida e dobbiamo essere consapevoli che contro questo tipo di minaccia la panacea di tutti i mali non esiste".

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