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L'assalto finale a Donald Trump. La Camera vota l'impeachment

Dopo un dibattito fiume, nella notte il voto sulla messa in stato di accusa del presidente. Lui si sfoga: "Non mollo"

L'assalto finale a Donald Trump. La Camera vota l'impeachment

La Camera dei Rappresentanti Usa, riunita in seduta plenaria, ha approvato i due articoli di impeachment contro Donald Trump: abuso di potere e ostruzione del Congresso. La messa in stato di accusa del presidente è stata formalmente dichiarata dalla Speaker della Camera, Nancy Pelosi. Prima di Trump, sono stati due i presidenti finiti ufficialmente sotto impeachment: Andrew Johnson, nel 1868, per aver tentato di sostituire il ministro della Guerra senza passare dal Congresso; Bill Clinton, nel 1998, per aver mentito sulla sua relazione con una stagista, Monica Lewinsky, e ostacolato le indagini. In entrambi i casi, dopo il voto favorevole della Camera, il Senato aveva bocciato la rimozione. Nixon, nel 1974, si dimise dopo che la commissione Giustizia aveva approvato tre articoli dell'impeachment, ma prima che la Camera si esprimesse.

È iniziato così l'assalto a Donald Trump. Nel discorso che ha aperto il dibattito sugli articoli di impeachment e che ha portato al voto ai danni del Presidente americano Donald Trump per l'Ucrainagate è arrivata l'accusa pesante da parte della speaker della Camera Nancy Pelosi: "Il Presidente non ci ha dato altra scelta se non quella di procedere con l’impeachment, oggi siamo qui per difendere la democrazia per il popolo americano". Poi sempre la Pelosi ha affondato il colpo ribadendo la sua posizione sulla procedura di impeachment: "Se non agiamo ora, tradiremo il nostro dovere. È tragico che le azioni incoscienti del Presidenti rendano l’impeachment così necessario". Il voto è arrivato in concomitanza con un comizio elettorale pre-natalizio del Presidente Trump, a Battle Creek, nel Michigan. Agli attacchi da parte dei dem ha risposto su Twitter sempre il presidente Usa, Donald Trump pubblicando 46 tra cinguettii personali e retweet, nel giro di poche ore: "È un assalto all’America, un assalto al partito Repubblicano! Non ho fatto niente, è incredibile che oggi la sinistra radicale voti per il mio impeachment, non dovrebbe più succedere ad alcun Presidente".

La durata fiume del dibattito è arrivata a più di sei ore per i repubblicani e i democratici che hanno discusso sui due articoli di impeachment, abuso di potere e ostruzione al Congresso. "Questo è un impeachment basato su una congettura", ha detto Doug Collins, deputato della Georgia ai vertici del partito Repubblicano alla commissione Giustizia, attraverso cui è passata la seconda fase del procedimento di impeachment. "La giornata di oggi assume molteplici significati, che non sono giusti e che non riguardano la verità", ha concluso Collins. Lo scontro si è acceso poi sulle parole del repubblicano Tom Cole: "Se vogliamo essere davvero onesti, i Democratici hanno cercato una ragione per procedere con l’impeachment ai danni di Donald Trump sin dal giorno in cui è stato eletto". E in effetti basta pensare al caso Russiagate per capire quanto sia stata forte la determinazione da parte dei democratici di mettere subito in discussione la presidenza Trump.

Me i dem vanno comunque all'attacco e le parole di Jim McGovern, democratico del Massachussetts sono una dichiarazione di guerra rivolta ai repubblicani: "Se non è meritevole di impeachment un Presidente che mette in pericolo la nostra sicurezza nazionale utilizzando il governo federale a suo vantaggio in modo personale ed egoista, non so davvero che cosa lo possa essere".

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