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Liberato in Venezuela il violinista simbolo della protesta

Da settimane era sparito dopo un arresto. Picchiato brutalmente col suo strumento

Liberato in Venezuela il violinista simbolo della protesta

Non ha mai smesso di suonare mentre i fumogeni gli sibilavano attorno, scagliati da chi provava a reprimere le proteste dell'opposizione in Venezuela. Wuilly Arteaga ha pagato con tre settimane di carcere, colpevole di avere usato il suo violino per far sorgere dalle corde le note dell'inno nazionale, una sfida ai proiettili di gomma e alla volontà di Maduro di spegnere le manifestazioni che ormai sono all'ordine del giorno.

Il ventitreenne musicista è tornato in libertà solo ieri. Una decisione annunciata dal procuratore capo del Venezuela, che ha fatto aprire la porta del carcere dove per giorni è rimasto chiuso colui che è ormai è uno dei volti più noti della protesta che da quattro mesi continua e che già ha strappato la vita a 120 persone.

Il nuovo procuratore, Tarek Saab, ha annunciato la liberazione di Arteaga ieri sera, senza aggiungere altri dettagli sulle sue condizioni. Secondo gli attivisti venezuelani sarebbe stato lasciato in una piazza di Caracas da uomini della guardia nazionale, come se nulla fosse successo, dopo che per giorni lo si era cercato invano.

"Gli hanno bruciato i capelli con un accendino - ha spiegato Alfredo Romero, attivista del Penal Forum - e l'hanno picchiato duramente, il che significa che ora non sente dall'orecchio destro". Pestato dai funzionari, pestato col suo violino.

Per spegnere lo strumento della protesta.

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