Mondo

L'Isis festeggia il coronavirus: "È una punizione di Allah"

Con un comunicato su al-Naba, l'Isis definisce il Virus "soldato di Allah" e "punizione per gli infedeli"

L'Isis festeggia il coronavirus: "È una punizione di Allah"

L'Isis ha divulgato sui propri media un post celebrativo del Covid-19 definendolo "soldato di Allah" e "punizione per gli infedeli", come riportato dalla European Strategic Intelligence and Security Center (Esisc).

Il messaggio di propaganda arriva appena due giorni dopo che l'Isis, una volta in prima linea negli attacchi contro l'Europa, aveva rilasciato una direttiva su al-Naba che sconsigliava i propri sostenitori dal viaggiare nel Vecchio Continente, definito "terra dell'epidemia" e ordinava ai propri malati in Europa di non uscire. L'organizzazione terroristica aveva inoltre fornito indicazioni "religioso-sanitarie" tra cui lavarsi spesso le mani e coprirsi la bocca quando si sbadiglia o si starnitisce e tossisce.

Il comunicato dei jihadisti invitava i propri seguaci alla "fede in Allah" e alla "ricerca di rifugio in Allah dalla malattia", definendola "tormenta inviata da Allah contro chiunque Egli voglia".

L'Isis aveva iniziato a seguire l'epidemia cinese del Covid-19 fin dall'inizio e tra gennaio e febbraio aveva rilasciato dei comunicati, sempre su al-Naba, dove definiva la Cina "Paese comunista nel panico", accusando Pechino di "nascondere lo scopo di quest'epidemia" per poi far riferimento al Covid-19 come "punizione divina di Allah nei confronti della Cina che perseguita i musulmani ugiuri".

Il Prof. Marco Lombardi, di Itstime-Università Cattolica di Milano concorda sul fatto che l'Isis stia cercando di sfruttare l'occasione e rilancia il concetto di guerra ibrida: "Il virus non è stato lanciato sulla scena come un’arma biologica da qualcuno. Ma è stato utilizzato da tutti come una potente arma biologica: lo scenario della guerra ibrida avrebbe da tempo dovuto insegnarci che la strategia migliore è sfruttare le occasioni che vengono date: le cose, nel mondo globale e interconnesso, capitano al di fuori del controllo generativo e, allora, si coglie l’occasione. Lo Stato islamico ci stupì per questa sua capacità di improvvisazione e creatività. Così è stato fatto con il Corona Virus che è stato impiegato come l’offerta migliore per usare la tipica minaccia della guerra batteriologica sullo scenario globale: lo spettro del nemico invisibile, che esiste soprattutto nella narrativa degli eventi.

L'Isis dimentica però che il Virus non solo non risparmia nessuno, ma si è manifestato in diversi Paesi musulmani tra cui Afghanistan, Algeria, Egitto, Iraq, Tunisia e Turchia.

E' dunque plausibile che l'Isis stia semplicemente cercando di cavalcare l'onda dell'emergenza Covid-19 per rilanciarsi sul piano mediatico internazionale dopo la sonora sconfitta inflittagli dalla campagna militare russo-siriana e dall'eliminazione dei suoi vertici.

Commenti