Mondo

L'Ocse lancia l'allarme: "Nel 2015 1 milione di rifugiati in Europa"

Nel 2014 le domande d'asilo sono tornate a livelli record degli anni '90. E l'Italia è fra le principali destinazioni

L'Ocse lancia l'allarme: "Nel 2015 1 milione di rifugiati in Europa"

È un vero e proprio allarme a tutta l'Europa quello lanciato oggi dall'Ocse nel documento sulle prospettive migratorie presentato oggi a Parigi: "L’Europa raggiungerà nel 2015 un livello senza precedenti di richiedenti asilo e rifugiati, salendo fino a un milione di procedure d’asilo". Nonostante l’emergere di nuovi itinerari nel Mediterraneo orientale, prosegue il documento dell'Ocse, la "strada centrale", quella "che arriva in Italia" continua ad essere "fortemente usata" dai migranti in viaggio verso l’Europa.

In Italia, però, nel 2014 il numero degli immigrati regolari accolti è sceso del 9% rispetto all’anno precedente, scendendo a 245.800 unità: un dato che conferma un trend in atto negli ultimi anni e che vede, rispetto alle 571.900 unità del 2007, un calo di ben il 57%. Le domande d'asilo sono tornate così ai livelli record degli anni '90.

"Secondo le ultime stime disponibili - prosegue l’organismo internazionale con sede a Parigi - da gennaio oltre 330.000 persone sono continuate ad affluire via mare in Europa, tra cui circa 210.000 sbarchi in Grecia e 120.000 in Italia". Più in generale, l’Ocse sottolinea che "l’impatto si concentra in pochi Paesi". "Il più colpito è la Turchia che ospita attualmente 1,9 milioni di siriani e un importante numero di iracheni".

"Tra i Paesi dell’Unione europea - sintetizza il rapporto dell’organismo internazionale - Italia, Grecia e Ungheria sono in prima linea ma i principali Paesi di destinazione sono la Germania, in termini assoluti, Svezia e Austria in termini relativi rispetto alla popolazione".

L’Ocse sottolinea anche che "per molti paesi Ue, l’afflusso su larga scala di richiedenti asilo è un’esperienza del tutto nuova. È il caso, per esempio, dell’Ungheria, in misura minore per Polonia e Bulgaria.

Un supporto tecnico e finanziario da parte degli altri Stati membri e delle istituzioni europee è fondamentale per permettere loro di rispondere all’emergenza".

Commenti