Sono 99 deputati, su un totale di 630 membri della Camera dei Comuni. In gran parte conservatori: 90 dei 360 tories in Aula. Nel mucchio ci sono appena 5 laburisti, 2 nazionalisti scozzesi e due liberaldemocratici. Sono il mini-esercito di membri del Parlamento britannico con un doppio lavoro, consentito ma a volte discutibile, che ora potrebbero subire la stretta di una riforma del primo ministro Boris Johnson, dopo alcuni casi-choc e l'indignazione dell'opinione pubblica.
L'ultimo a scaldare il dibattito è stato Sir Geoffrey Cox, ex consulente legale del governo, che è riuscito ad aggiungere al suo stipendio di parlamentare (82mila sterline, l'equivalente di 97mila euro) fino a un milione e 200mila euro in più l'anno per il secondo lavoro da avvocato, di cui 400mila come consulente legale delle Isole Vergini britanniche, paradiso fiscale off-shore al centro di un'inchiesta per corruzione delle autorità. Ma l'universo dei doppio-lavoristi è variegato. Qualche deputato è al soldo di aziende che si dedicano al gioco d'azzardo, qualcun altro ha fatto i soldi nella sanità privata. Per un totale di 4 milioni di sterline l'anno, la stessa cifra guadagnata da Boris in secondi lavori negli ultimi 14 anni.
Ad aver originato il terremoto politico che mercoledì ha portato a un voto del Parlamento per riformare il sistema è stato lo scandalo che ha travolto il due volte ministro ai tempi del premier David Cameron, il deputato conservatore Owen Paterson, costretto due settimane fa a dimettersi da parlamentare per consulenze d'oro considerate «eclatanti» violazioni delle regole di lobbying a favore di due aziende. Johnson ha tentato fino alla fine di salvare Paterson, attirandosi le accuse dell'opposizione laburista per il «lurido tentativo di coprire il misfatto di un amico». Ma dopo lo sdegno dell'opinione pubblica, il capo del governo ha dovuto ammettere in Parlamento che difendere Paterson è stato «un errore totale» e con il gruppo parlamentare tory si è assunto la colpa di «aver fatto schiantare l'auto in un fosso», ma ha promesso adesso di tirarla fuori.
In che modo? Mercoledì il Parlamento, con 297 voti a favore, ha dato il via libera a una riforma che dovrebbe circoscrivere il secondo lavoro a «limiti ragionevoli». Sarebbero ammesse appena 20 ore a settimana.
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