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Hong Kong, Londra offre la cittadinanza a chi fugge dalla Cina

Se Pechino non fermerà la sua politica nei confronti della ex colonia, Londra è pronta a offrire la cittadinanza a tutti i cittadini di Hong Kong che possiedono il passaporto britannico "overseas"

Hong Kong, Londra offre la cittadinanza a chi fugge dalla Cina

Potrebbe essere solo una minaccia, o meglio un avvertimento, ma il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab sembra deciso a mettere in guardia il governo di Pechino riguardo la sua politica nei confronti di Hong Kong, ex colonia britannica tornata sotto il controllo della Cina nel 1997, senza mai smettere d'essere importante porto strategico e polo finanziario globale dove si incontrano da oltre un secolo gli interessi di Oriente e Occidente.

Quella di Londra non solo una provocazione che vuole indurre il governo di Pechino a tornare sui propri passi dopo il via libera alla legge sulla sicurezza nazionale - e dunque spronare Pechino a smettere di adottare la linea dura in quella che è stata per oltre un ventennio una regione amministrativa speciale della Cina e non vuole essere soggetta alla leggi repressive del governo centrale. È la promessa fatta agli oltre 300 mila residenti di Hong Kong che potrebbero trovate una via di fuga dalle leggi cinesi che verranno applicate nei prossimi anni e possono invece ottenere la cittadinanza britannica a tutti gli effetti. Coloro che possiedono un passaporto "British National Overseas" - circa 315.000 su 7 milioni di abitanti - e i loro familiari potranno dunque rivolgersi alla Corona per ottenere visti prolungati - fino a 12 mesi - e avviare un graduale processo di "naturalizzazione" che li porterebbe e diventare cittadini britannici a tutti gli effetti; dando inizio ad una nuova diaspora di esuli; analoga a quella cui si è assistette nel 1972 quando in Uganda, ex protettorato britannico fino al 1962, le politiche discriminatorie del presidente Idi Amin Dada misero in fuga almeno 28 mila persone che trovarono rifugio del Regno Unito.

Il portavoce del primo ministro britannico Boris Johnson ha affermato nella giornata di ieri che al numero 10 di Downing street sono tutti "molto preoccupati dalle nuove leggi della Cina su Hong Kong", poiché esse mettono a rischio i "principi storici" sui quali si fonda l'autonomia di questo territorio "speciale".

Per conto suo la Cina ha minacciato di attuare "misure corrispondenti" alla mossa britannica che ha senza dubbio un peso politico negli assetti globali.

A rilasciare una dichiarazione in merito è stato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, che non ha affatto visto di buon occhio gli annunci altisonanti del suo omologo inglese, e ha immediatamente tenuto a riequilibrare i toni, o le "minacce".

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