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Londra, primo caso di ciclista accusato di omicidio colposo in incidente mortale

In Gran Bretagna, per la prima volta, un ciclista è stato accusato di omicidio colposo per aver travolto e ucciso un pedone: il mezzo andava troppo veloce e non aveva i freni obbligatori per legge

Londra, primo caso di ciclista accusato di omicidio colposo in incidente mortale

Per la prima volta è finito alla sbarra con l'accusa di omicidio colposo un ciclista che ha travolto e ucciso una donna che attraversava la strada.

L'incidente è avvenuto il 12 febbraio del 2016 nella zona est di Londra tra il ciclista Charlie Alliston, allora 18enne, e Kim Briggs, 44 anni, madre di due figli. La donna è stata travolta mentre attraversava la strada in Old Street durante la sua pausa pranzo e ha riportato gravissime ferite alla testa, tanto che è morta dopo una settimana in ospedale.

Il suo investitore era a bordo di una bici in carbonio a scatto fisso che, secondo quanto emerso in tribunale, il giovane stava "guidando furiosamente" a una velocità ;di quasi 30 chilometri orari. Inoltre, il mezzo era sprovvisto di freni anteriori e per questo, in base al Road Traffic Act del 1988, non avrebbe potuto essere utilizzata in strada.

Per questo il ragazzo è stato accusato di omicidio colposo, il primo caso di questo reato contestato ai danni di un ciclista. Le indagini successive all'incidente mortale, infatti, avevano rivelato che l'incidente era stato causato dalla guida pericolosa del giovane che stava pedalando troppo velocemente in un punto della città che è notoriamente molto frequentato da pedoni all'ora di pranzo. Per di più il giovane, che aveva visto la donna attraversare e poteva quindi prevedere lo scontro, è stato trovato colpevole di non ha fatto nulla per prevenire l'impatto.

Alliston non ha cercato di frenare né di evitare di finire addosso alla vittima. Il giovane si è difeso dicendo di aver urlato per due volte avvertimenti alla donna di spostarsi, ma che lei lo avrebbe ignorato e continuato a guardare il suo cellulare. Difesa che, però, non ha retto in tribunale.

Inoltre, dopo l'impatto, mentre la signora Briggs giaceva sull'asfalto, ferita mortalmente alla testa, il ciclista l'ha insultata e ha continuato a ripetere che la colpa dell'incidente era della donna. Nei giorni successivi, mentre la vittima era ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale, il giovane ha scritto diversi commenti on-line continuando ad incolpare la signora Briggs per l'incidente. "Non è colpa mia, le ho urlato per ben due volte di levarsi dai co****ni" e "Non dico che si è meritata quello che è successo, ma è colpa sua", sono alcuni degli esempi portati in tribunale.

Alla fine, però, i giurati di Old Bailey lo hanno giudicato colpevole di aver causato lesioni personali come conseguenza della sua guida pericolosa, ma è stato assolto dall'accusa di omicidio colposo. Si tratta di un reato che porta a una pena massima di due anni di reclusione.

Il giudice, che dovrà emettere il verdetto definitivo sulla base di quanto stabilito dai giurati, ha fatto capire che intende comminare la reclusione come pena al colpevole.

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