Morto Ben Bradlee, il direttore del Washington Post che affondò Nixon

Ben Bradlee aveva diretto il Washington Post, aiutando Woodward e Bernstein a fare lo scoop e coprendo la "Gola profonda"

Bradlee premiato da Obama nel 2013
Bradlee premiato da Obama nel 2013

Per colpa dell'Alzheimer non ricordava più nulla dei fatti che, nel lontano 1972, sconvolsero la politica americana costringendo il presidente Nixon alle dismissioni. Eppure lui, Ben Bradlee, di quel Washington Post che aveva cavalcato lo scoop del Watergate portando il suo giornale al Pulitzer, era il direttore. E rimase in sella per ben ventisei anni. Bradlee è morto per cause naturali nella propria abitazione. Aveva 93 anni. Oggi unanimemente viene ricordato come un grande giornalista, che da caporedattore prima e direttore poi seppe trasformare il Post da modesto giornale cittadino ad autorevole quotidiano nazionale, grazie anche a molti reporter di talento.

Bradlee si fece strada nel giornalismo grazie a un'amicizia importante: quella con il presidente John Fitzgerald Kennedy. Arrivò al successo, invece, "distruggendo" l'immagine di un altro presidente, Richard Nixon, aiutando i suoi giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein sul caso Watergate. Bradlee fu una delle poche persone a conoscere da sempre l'identità della fonte dello scandalo, la famigerata "Gola profonda", che nel 2005 si rivelò essere l'agente dell'Fbi W. Mark Felt.

"Non vedremo più uno come lui", disse il senatore di New York Daniel Patrick Moynihan quando Bradlee lasciò il Post nel 1991, aggiungendo che la sua eredità sarebbe durata "nelle ere future". Bradlee diventò famoso anche grazie alla sua interpretazione da parte dell'attore Jason Robards nel film premio Oscar del 1976 "Tutti gli uomini del presidente".

Il ricordo commosso di Woodward e Bernstein

"Ben era un vero amico e un capo geniale nel giornalismo; ha cambiato per sempre la nostra professione". Così gli ex giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein hanno commentato la morte del loro vecchio capo. "Il suo principio inflessibile era la caccia alla verità e la necessità di quella ricerca. Aveva il coraggio di un esercito, aveva una comprensione intuitiva della storia della nostra professione e del suo impatto formativo su di lui e su tutti noi, tuttavia ne era completamente svincolato". E ancora: "Era una persona originale che ha segnato da solo il suo cammino. Gli volevamo molto bene e non lo dimenticheremo mai né sarà mai sostituito nelle nostre vite".

Obama: giornalismo bene vitale per la democrazia

"Per Ben Bradlee il giornalismo era più di una professione, era un bene pubblico vitale per la nostra democrazia", ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

"Un vero cronista, trasformò il Post in uno dei migliori quotidiani del Paese e, con lui al comando, un esercito di giornalisti sempre più grande pubblicò le carte del Pentagono (Pentagon papers) e portò alla luce lo scandalo Watergate, raccontandoci notizie che dovevano essere raccontate e che ci aiutarono a capire il nostro mondo e a capirci fra di noi un po' meglio", ha aggiunto il presidente. "Gli standard che ha fissato, alla base di un'esposizione delle notizie onesta, oggettiva e meticolosa, hanno incoraggiato molti altri a intraprendere la professione" di giornalista.

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