Per la prima volta in cinquanta anni una fabbrica americana aprirà sul territorio cubano. Il via libera, arrivato dall’amministrazione Obama, permetterà a due ex ingegneri software di realizzare un impianto per la costruzione di piccoli trattori, fino a mille ogni anno. L’annuncio della Casa Bianca precede la firma dell’accordo fra i due paesi per consentire voli commerciali, attesa per martedi.
L'embargo statunitense nei confronti del regime cubano era scattato nel 1962, al culmine della crisi scoppiata dopo la presa del potere da parte di Fidel Castro (17 maggio 1959). La svolta, con la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Washington e L'Avana, arrivò il 18 dicembre 2014, con uno storico annuncio fatto da Obama e, in contemporanea, da Raul Castro.
Si sta preparando un'invasione, da parte degli imprenditori americani, sull'isola caraibica? Di sicuro la fabbrica di trattori sarà solo l'inizio. Previsti grossi investimenti anche nel settore turistico. Lo scorso mese il ministro del turismo cubano, Manuel Marrero, ha detto che sono in corso trattative su possibili investimenti nordamericani che "rappresenteranno un fattore positivo perché potranno generare una maggiore competitività ed eleveranno la qualità del prodotto turistico cubano". Poi, però, ha messo le mani avanti, sia pure con una battuta: "Gli americani entreranno (a Cuba, ndr), però ballando la nostra musica. Noi porremo le regole".
Un modo come un altro per sottolineare che il regime non intende piegarsi. Vedremo nei prossimi mesi, e nei prossimi anni, quali novità ci saranno. E se la modernizzazione economica, decisa da Raul Castro nel 2011, porterà vantaggi a tutti, non solo ai soliti fortunati.
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