L'Europa va in ordine sparso. La Svezia espellerà tra le 60mila e le 80mila persone a cui ha negato la richiesta di asilo. Li rispedirà a casa affittando voli charter: i voli commerciali usati abitualmente, dato il numero enorme non bastano più. Un altro segnale di chiusura arriva dall'Olanda: rispedirà in Turchia tutti i richiedenti asilo che arrivano in Grecia via mare in cambio di un piano di ingresso regolare in Europa per accogliere tra i 150mila e i 250mila rifugiati. Nel giorno dell'ennesimo naufragio nell'Egeo, l'Unione europea perde ancora pezzi.
La decisione della Svezia ha scoperchiato il vaso di Pandora. "Per l'Ue rimpatriare i migranti illegali è una questione di credibilità - spiega il portavoce della Commissione Ue all'Immigrazione Natasha Bertaud - è essenziale anche per l'accoglienza di chi ha davvero titolo alla protezione internazionale". Ora il contro-ordine impartito da Bruxelles, dopo aver a lungo predicato l'accoglienza senza se e senza ma, è di "non dare l'impressione che l'Europa sia una porta aperta". "Le persone che non hanno diritto a restare in Ue devono essere rimpatriate", ha spiegato la portavoce ribadendo che a dicembre c'è stato un aumento di arrivi di immigrati illegali dalla Turchia. "I Paesi sono intitolati ed obbligati a rimpatriare i migranti illegali e li stiamo assistendo a farlo - ha concluso - i rimpatri sono uno dei pilastri della politica migratoria dell'Unione europea".
In questo senso l'Olanda sta lavorando a un piano per rimpatriare in treno i richiedenti asilo arrivati in Grecia dalla Turchia. In cambio è disposta ad accogliere tra i 150mila e i 250mila rifugiati veri. Secondo il leader laburista del PvdA, Diederik Samson, il governo del premier Mark Rutte lavora a questo piano almeno da dicembre. L'Olanda, che questo semestre occupa la presidenza di turno del Consiglio Ue, ha già avviato i contatti con un gruppo di Paesi dell'Ue e l'obiettivo è cominciare ad applicarlo a partire dalla primavera, prima però la Turchia deve ottenere la definizione di Paese sicuro dall'Unione europea.
Anche il Regno Unito si sta armando per non soccombere al peso dell'invasione. Il governo britannico accoglierà soltanto i figli di rifugiati che siano stati separati dalla loro famiglia a causa dei conflitti in Siria e in altri Paesi. In gergo si chiamano "minori non accompagnati".
Londra ha chiesto all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati di "identificare le situazioni eccezionali nelle quali è meglio, nell'interesse dei minori, il loro trasferimento nel Regno Unito", precisando tuttavia che nella "grande maggioranza" dei casi è bene che rimangano vicino al loro Paese di origine con familiari.Solo l'Italia, a conti fatti, sembra passiva nel subire un'invasione che non è in grado di sostenere.
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