Il Paese dove una granata costa meno di una Coca-Cola
21 Gennaio 2015 - 12:21Prezzi stracciati per le armi nella Repubblica Centrafricana, terreno fertile per il mercato nero
Il mercato nero delle armi ha il suo eldorado nella Repubblica Centrafricana. Qui, come racconta la Bbc, una granata costa meno di una Coca-Cola.
Le bombe sono di fabbricazione cinese o bulgara, i lanciarazzi invece sono made in Iran, mentre i mortai arrivano dal più vicino Sudan. Da Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Repubblica Ceca e Camerun arrivano altri armamenti, come proiettili e cartucce di ogni tipo.
Una ricchezza bellica immensa, che fa le fortune degli eserciti ribelli. E poco lontano c’è la Nigeria e l’orrore di Boko Haram, separati dalla Repubblica Centrafricana dal solo Camerun. Non è un azzardo pensare che l’esercito dei fanatici jihadisti si rifornisca proprio lì, nel cuore del continente, per continuare a diffondere il terrore.
A controllare gran parte del traffico di armi è Seleka, una falange militare musulmana di ribelli che ha realizzato di un colpo di Stato nel marzo 2013, rimanendo al potere circa un anno.
L’inchiesta sul commercio bellico è stata realizzata Conflict Armament Research della Gran Bretagna, che racconta come l’arma più diffusa nel Paese sia un particolare tipo di bomba a mano, modello 82-2, prodotto dalla Cina. Si legge: “Sono così comuni che possono essere acquistati per l’equivalente di un dollaro (massimo), meno di quanto si paga una bottiglia di Coca-Cola”.
Secondo il rapporto redatto “un lotto di oltre 25.000 Type 82.2 è stato inviato all’esercito nepalese, che però, dalla sua, smentisce di aver mai fatto uso di questo tipo di bombe”.
Un patrimonio (che fa gola a molti) messo insieme con saccheggi degli arsenali governativi. Armi sottratte e contrabbandate da squadroni di mercenari attraverso confini troppo poco sorvegliati. Lo Stato confinante più immischiato nel losco mercato è il Sudan, che funge da fornitore privilegiato.
"Indipendentemente da dove vengano le armi, il risultato finale è chiaro: Seleka, grazie al suo potere sul territorio, ha contribuito a inondare con le armi una regione già problematica.
Hanno poi commesso gravi violazioni dei diritti umani, come l’uccisioni di donne e bambini" denuncia Lewis Mudge di Human Rights Watch.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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