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Parigi, assolti gli agenti coinvolti nelle rivolte del 2005: la banlieue torna a bruciare

I due poliziotti erano accusati di non aver soccorsi due ragazzini poi morti. L'assoluzione riaccende gli scontri

Parigi, assolti gli agenti coinvolti nelle rivolte del 2005: la banlieue torna a bruciare

Parigi torna a bruciare. E, ancora una volta, le banlieue esplodono in una violenza cieca e repressa che cova nelle pieghe della società e della mancata integrazione. Quest sera sono, infatti, scoppiati nuovi, devastanti scontri tra la polizia e i manifestanti che protestano contro la giustizia francese che oggi ha assolto i due agenti coinvolti nel processo sulla morte di Zyed e Bouna, che scatenò le rivolte del 2005.

Lacrime di rabbia, lacrime di sollievo. Al tribunale di Rennes, tutta la tensione accumulata in dieci anni di attesa si scioglie in un attimo: assolti i poliziotti accusati di non aver soccorso due adolescenti, respinte le accuse di familiari e amici. Ma soprattutto si riapre riaperta la ferita del 2005. "Se Dio vuole, stasera brucerà peggio del 2005", scrive un giovane suvito dopo la sentenza. E così. Appena cala il sole a Bobigny, nella banlieue difficile di Parigi, iniziano gli scontri. Una donna è rimasta ferita e i gendarmi sul posto hanno dovuto chiamare i rinforzi. Davanti al Palazzo di Giustizia di Bobigny si riuniscono alcune centinaia di manifestanti che inveiscono contro tribunale di Rennes che ha assolvere i due agenti di polizia finiti sul banco degli imputati per omissione di soccorso nei confronti di Bouna Traorè e Zyed Benna, 15 e 17 anni, la cui morte scatenò appunto dieci anni fa la violenta rivolta nelle banlieue di Francia. I due adolescenti, piccoli spacciatori, si erano rifugiati in una cabina elettrica di Clichy-sous-bois (Parigi) per sfuggire alla polizia che li inseguiva e rimasero folgorati. Un terzo, Muhittin Altun, 17 anni, si salvò riportando però gravi ustioni. La rivolta del 2005 fece centinaia di auto bruciate e disordini ovunque.

I due poliziotti assolti oggi, Stephanie Klein e Sebastien Gaillemin, 38 e 41 anni, hanno sempre sostenuto di non essersi resi conto del pericolo che correvano i due ragazzi.

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