Guerra in Ucraina

"Invio di armi sia connesso a una proposta di pace": la ricetta per evitare l'escalation

A Roma un convegno sulla guerra in Ucraina. Alemanno: "Vogliamo che ci sia un piano di pace promosso dall'Italia che si basi su un cessate il fuoco con il contestuale blocco dell'invio di armi a Kiev"

"Invio di armi sia connesso a una proposta di pace": la ricetta per evitare l'escalation

Un piano di pace promosso dall'Italia e da altri Paesi basato sul cessate il fuoco e sullo stop all'invio delle armi. È questa, come spiegato dall'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la road map delineata nel convegno "Fermare la guerra. L'Italia protagonista per la pace in Europa" organizzato a Palazzo Wedekind dal Centro Studi Eurasia Mediterraneo (CeSEM) e dall'associazione Identità europea, in collaborazione con Partitalia.

Il convegno di Roma

"Vogliamo contribuire a interrompere questa narrazione a senso unico e comprendere le ragioni di questa guerra. E vogliamo che ci sia un piano di pace promosso dall'Italia e anche da altri paesi europei, che sia meno fumoso di quello presentato da Di Maio e che si basi su un cessate il fuoco con il contestuale blocco dell'invio di armi in Ucraina", ha spiegato Alemanno.

L'incontro è stato moderato da Massimo Magliaro e introdotto dallo storico Franco Cardini e dal vicepresidente del CeSEM Stefano Vernole, dopo un saluto del presidente di Partitalia Michel Fabrizio. Oltre all'ex sindaco di Roma, sono intervenuti l'ex sottosegretario di Stato agli affari europei Luciano Barra Caracciolo, il generale Marco Bertolini e i giornalisti Toni Capuozzo e Francesco Borgonovo.

Le parole di Alemanno

Un nuovo voto del parlamento sulle armi è "fondamentale, - ha commentato Alemanno a margine dell'evento - perché adesso è uno strumento di escalation del conflitto, ma può essere uno modo per cercare di bloccarlo. Se l'invio di armi è connesso a una proposta di pace allora può essere una strada".

L'ex sindaco ha quindi auspicato una "riflessione comune" del centrodestra sulla guerra. "Se l'interesse nazionale è uno degli elementi costitutivi della possibile unità della coalizione, allora bisogna affrontare il problema che questa guerra è fortemente contraria all'interesse nazionale", ha spiegato lo stesso Alemanno, aggiungendo che "se il centrodestra si mette in movimento metterà alle strette Draghi e metterà alle strette le altre forze politiche". A quel punto "l'Italia potrà finalmente avere un ruolo di proposizione di pace non appiattito sull'oltranzismo dell'amministrazione Biden".

Il nuovo piano

A margine del convegno, Alemanno ha dichiarato all'Adnkronos che a suo avviso è necessario "rompere questo unanimismo della propaganda di guerra". "Non si può solo dire che i russi sono folli, serve parlare delle cause reali di questa guerra. Sicuramente la Russia ha la responsabilità di questa invasione, ma ci sono cause profonde che devono essere comprese e rimosse se si vuole la pace", ha chiarito l'ex sindaco.

Per quanto riguarda il ruolo dell'Italia e il possibile, nuovo piano di pace, Alemanno ha sottolineato come Roma debba trovarsi in sintonia con Germania e Francia, ovvero "i Paesi più interessati alla pace in Europa" e formulare insieme a loro un piano di pace in due punti: il contestuale cessate il fuoco con lo stop all'invio delle armi e indicare una strada per garantire l'autodeterminazione dei popoli nella regione del Donbass.

"Bisogna fare dei referendum neutrali per capire cosa vogliano fare davvero quelle regioni che oggi sono il vero centro del conflitto e causa di questa guerra", ha quindi chiarito l'ex sindaco.

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