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Medio Oriente, il piano Trump: due Stati, Gerusalemme capitale

Il presidente Usa ha presentato alla Casa Bianca, assieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu, il piano di pace tra Israele e Palestina: "Oggi giorno importante per la pace"

Medio Oriente, il piano Trump:  due Stati, Gerusalemme capitale

Un ingresso quasi trionfale all’interno della stanza più grande della Casa Bianca, i due protagonisti della giornata, ossia Donald Trump e Benjamin Netanyahu, applauditi mentre camminano l’uno al fianco dell’altro verso il podio ed un’atmosfera da “grande annuncio” ritagliata apposta per l’occasione.

Ecco lo scenario costruito dal presidente Usa che del resto aveva parlato, nelle scorse ore, di “piano del secolo” in relazione alla sua proposta di pace per il medio oriente. Ed è in questa maniera che ha introdotto il suo discorso iniziato mentre a Washington l’orologio da pochi minuti aveva solcato mezzogiorno.

Trump si è costruito la “sua” tipica scenografia per parlare del piano, già in parte per la verità anticipato poche ore prima da ambienti diplomatici statunitensi. E già prima del saluto a chi si trovava in sala, il presidente Usa ha dichiarato che “oggi per la pace è una giornata storica”.

Toni trionfali mentre al suo fianco Benjamin Netanyahu recitava ben volentieri il ruolo di ospite, pensando alla possibilità di portare a casa in patria un aumento di consensi grazie alla sua semplice presenza all’interno della Casa Bianca. In Israele si vota e Trump non ne ha fatto un mistero: “Il premier al mio fianco sta correndo per la rielezione – ha dichiarato – Lui vuole la pace, così come la vuole il suo avversario Benny Gantz. Questo dimostra che davanti alla pace non ci sono divisioni politiche”.

Il riferimento al principale oppositore di Netanyahu non è affatto casuale: il presidente americano in tal modo ha provato a divincolarsi da chi l'ha accusato di voler favorire soltanto il premier uscente. Subito dopo, ci si è spinti, tra altre ondate di applausi, all’illustrazione vera e propria del piano. Il quale, come già preventivato, pone in essere la convivenza tra due Stati, uno palestinese al fianco di quello israeliano: “Spesso in passato ci si è lasciati andare in tante parole – ha dichiarato Trump – Questo è un piano di 80 pagine ed è il più dettagliato di sempre”.

In poche parole, ci saranno nuovi confini con Israele che dovrebbe annettere la valle del Giordano, la famigerata Area C della West Bank, così come Gerusalemme Est: “Gerusalemme – ha scandito Donald Trump – Resterà unita e sarà la capitale di Israele”, raccogliendo ulteriori applausi in sala.

Dopodiché il discorso ha virato verso l’altra parte, quella non presente in sala, ossia quella inerente i palestinesi: “Dobbiamo fare in modo che anche loro ci guadagnino”, ha subito sottolineato Donald Trump.

Il presidente Usa ha qui sfoderato ed usato la sua retorica imprenditoriale, lanciandosi in elogi volti a persuadere della bontà del suo progetto la controparte palestinese: “Sono rimasto colpito dalla fede di questo popolo, meritano condizioni di vita migliori, sono stati per lungo tempo ostaggio di chi li ha strumentalizzati per far diffondere la piaga del terrorismo”, ha dichiarato il tycoon.

“Ho scritto al presidente palestinese Abbas – ha poi proseguito Trump – Gli ho detto che se sceglierà la via della pace tutto il mondo gliene sarà riconoscente, tutti saranno d’accordo con lui”. Ma il guadagno palestinese, a livello territoriale, è minimo se non addirittura minore a quanto invece perso a favore della controparte israeliana. Lì dove il presidente americano spera di convincere l’Anp è sul piano economico, annunciando 50 miliardi di Dollari di investimenti per far rifiorire l’economia della zona.

Poco dopo, Netanyahu ha preso la parola esponendo anch’egli altri dettagli del piano e sottolineando la proprio volontà di giungere ad un accordo. Ci saranno, per perfezionare i dettagli, quattro anni di tempo: “In questo periodo – ha sostenuto Trump nel suo discorso – i palestinesi potranno garantire una transizione di pace, possono fare le riforme per giungere ad un nuovo e stupendo Stato”.

Il piano del secolo è dunque questo qui: territori da riconoscere ad Israele in cambio del riconoscimento dell’indipendenza palestinese e di soldi.

La conferenza si è poi conclusa così com’era iniziata: tanti applausi, tante strette di mano per sugellare quell’atmosfera da “annuncio del secolo” tanto cara a Trump.

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