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"Presidente dell'odio". Così Pittsburgh accoglie Trump

La comunità di Pittsburgh contro la visita del presidente Trump dopo la strage nella sinagoga. E pure il sindaco non si fa vedere

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Il presidente Donald Trump si era recato a Pittsburgh per poter rendere omaggio alle vittime della strage della sinagoga nonostante il parere contrario della comunità ebraica e di alcune rappresentanze politiche.

Il presidente degli Stati Uniti e, nonostante tutti fossero contrari alla sua visita nella cittadina statunitense, lui ha deciso di andarci lo stesso. Il risultato è stato un cordone d'accoglienza non proprio contento del suo arrivo. Tanto che, fin dal mattino, sono apparsi cartelli in tutta la città che chiedevano al presidente di lasciare lo Stato perché "le parole, Presidente, contano". Secondo parte della la comunità ebraica, infatti, il tycoon avrebbe fomentato l'odio razziale con le sue politiche e in particolare l'antisemitismo che ha portato al tragico epilogo di Pittsburgh.

Il sindaco democratico della città, Bill Peduto, non ha accettato l'invito della Casa Bianca a far da guida al tycoon. Anzi, lo stesso Peduto aveva chiesto a Trump di non andare e di aspettare che la comunità riuscisse a concentrarsi sull'abbraccio delle vittime e non sul "Presidente dell'Odio", come è stato definito da alcuni cartelloni dei manifestanti. Oltre al sindaco erano stati invitati anche altri altissimi rappresentanti della politica statunitense come lo speaker della Camera Paul Ryan oppure il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer, che dovevano presidiare con Trump a Pittsburgh ma hanno declinato tutti l'invito restando dell'idea che fosse meglio attendere che la cittadina assorbisse il dolore senza trasformarlo in odio.

Il rabbino sopravvissuto alla strage ha scortato il presidente e la first lady durante il piccolo memorial improvvisato per rendere omaggio alle vittime, un piccolo altarino per ogni morto con una stella di David. Il tycoon ha poggiato una pietra sopra ognuno di essi, come da tradizione e ha acceso anche le candele.

Sabato scorso la Casa Bianca aveva condannato fermamente l'odio razziale e l'antisemitismo sostenendo che doveva essere sradicato dalla cultura americana. Una famiglia di una delle vittime, qualche giorno fa,

html" data-ga4-click-event-target="internal">aveva anche rifiutato l'incontro con lo stesso presidente.

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