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Primarie Wisconsin, vincono Cruz e Sanders

Cruz si impone con il 48,7% dei voti, davanti a Trump che si ferma al 34,9%. Ormai il gioco del partito repubblicano è chiaro: arrivare alla convention con un Trump azzoppato, per poi sostituirlo. Per i democratici sesta vittoria consecutiva per Sanders, che ottiene il 56,3%

Primarie Wisconsin, vincono Cruz e Sanders

Le primarie del Wisconsin segnano la netta vittoria di Ted Cruz e Bernie Sanders. Il primo si impone con il 48,8%, contro il 34,5% di Trump (Kasich 14,2%); Sanders conquista il 56,3% dei consensi (Hillary 43,4%). Con i 33 delegati ottenuti Cruz si porta a quota 502, con una distanza ancora importante rispetto a Trump (739). Per ottenere la nomination bisogna raggiungere quota 1237, anche se ormai il "gioco" dell'establishment repubblicano è sin troppo chiaro. Visto che è quasi impossibile battere Trump sul campo, bisogna azzopparlo il più possibile, arrivando alla convention senza un candidato che abbia i numeri per ottenere la nomination. In quel caso si riaprirebbe la partita e il Grand Old Party potrebbe puntare su Paul Ryan, lo speaker della Camera. Cruz ovviamente si gode il momento. E spera che l'inversione di rotta vada avanti. "Un momento di svolta - dice ai suoi fan in tripudio -. Ora abbiamo una vera scelta". "Il partito repubblicano è nato uficialmente in Wisconsin nel 1854, e se votate per Donald Trump morirà qui". Lo slogan del fronte "Never Trump" è andato a segno. L'argine ha retto. Vedrermo ora come proseguirà la corsa repubblicana.

Sul fronte democratico Sanders prosegue la striscia di vittorie, la sesta consecutiva. Hanno giocato dalla sua parte l'affluenza record (intorno al 40%), l'alta percentuale di indipendenti, la composizione demografica e sociale dell'elettorato (in maggioranza bianchi, working e middle class). Sanders porta a casa 86 delegati assegnati in modo proporzionale (a Hillary ne vanno 31); ora è a quota 1025, con la Clinton che ne ha 1274. La differenza non pare incolmabile. Lo è, invece, se guardiamo al numero di superdelegati (parlamentari, governatori e personalità del partito), con Hillary che ne ha 469, e Sanders solo 31. Ma i numeri non frenano l'entusiasmo del senatore "socialista", che guarda già alla sfida cruciale, quella di New York, in programma il 19 aprile.

"Hillary preparati: stiamo arriavando". Con queste parole Ted Cruz celebra la conquista del Wisconsin, definendolo un "punto di svolta" e un "grido di battaglia". "Vinceremo la maggioranza dei delegati - dichiara il senatore del Texas sul palco a Milwaukee, (Wisconsin) - e insieme batteremo Hillary Clinton a novembre. Questa è stata una brutta notte per Hillary Clinton: lo è stata alle primarie democratiche e anche, per quel che la riguarda, a quelle repubblicane". Per sottolineare il significato della vittoria e il fatto di aver avuto la meglio su Trump in Wisconsin, Cruz fa sapere di aver raccolto oltre due milioni di dollari "proprio oggi".

Bernie Sanders sottolinea che "i veri cambiamenti partono sempre dal basso" e non viceversa. Il senatore del Vermont parla a Laramie, in Wyoming, e spinge la leva dell'entusiasmo: "Questa è energia. Non c'è nulla che non possiamo ottenere. La democrazia non sono i milionari che comprano le elezioni", tuona. "Gli americani dicono che è il momento di investire nei giovani in termini di lavoro ed istruzione".

E fa un cenno all'attualità, citando lo scandalo Panama Papers: "E' il motivo per cui mi sono opposto in Senato all'accordo con Panama", perché "consente ai ricchi e alle corporazioni di non pagare la loro giusta quota".

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