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La profezia di Bill Gates: "La prossima pandemia sarà peggiore del Covid"

Il fondatore di Microsoft ha lanciato l’allarme alle maggiori forze politiche mondiali che adesso devono investire i propri soldi

La profezia di Bill Gates: "La prossima pandemia sarà peggiore del Covid"

Bill Gates, fondatore di Microsoft, che come confermato da Forbes è uno degli uomini più ricchi del mondo, negli ultimi tempi si lascia andare spesso a commenti riguardanti la pandemia che stiamo vivendo da due anni. Adesso la sua profezia per il futuro si fa preoccupante. In una recente intervista rilasciata al Financial Times, Gates ha asserito che il rischio di una pandemia peggiore di quella che stiamo vivendo oggi con il Covid-19 è concreto.

Gates lancia l'allarme

L’ex numero uno di Microsoft lancia quindi l’allarme alle maggiori forze politiche della Terra che devono investire soldi, si parla di miliardi di dollari, per evitare che questa profezia si avveri. Secondo Gates infatti potrebbe verificarsi la diffusione di un agente patogeno altamente trasmissibile, come la variante Omicron, e al tempo stesso dall'elevato tasso di mortalità, anche notevolmente superiore rispetto a quello che abbiamo registrato con l’arrivo delle precedenti varianti del virus. Gates si rivolge quindi ai Paesi che non starebbero facendo quanto invece necessario per sostenere la ricerca con finanziamenti per sviluppare vaccini che proteggano la popolazione, non solo da questa pandemia, ma anche da quelle future. Frecciatina rivolta anche ai suoi colleghi miliardari che l’Onu ha accusato di pensare più ai viaggi nello spazio che alla vita sulla Terra.

La Bill & Melinda Gates Foundation ha donato 300 milioni di dollari a CEPI, Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, fondata a Oslo nel 2017 da diverse istituzioni tra cui la stessa fondazione di Gates e Wellcome Trust, con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare allo sviluppo di vaccini contro le malattie infettive. Proprio a CEPI si deve Covax, ovvero il programma creato in collaborazione con l'ente di cooperazione mondiale Gavi, l'OMS e che ha visto anche l'impegno da parte di Unicef. Lo scopo è quello di "accelerare lo sviluppo e la produzione di vaccini contro il Covid-19 e garantire un accesso equo a tutti i Paesi del mondo", anche a quelli a basso e medio reddito.

Serve l'aiuto di tutti

In sintesi Bill Gates ha spiegato che adesso ci si deve preparare alle sfide future e che per farlo c’è bisogno dell’aiuto di tutti: governi nazionali, fondazioni e organizzazioni private compresi. L’organizzazione vuole riuscire a raccogliere 3,5 miliardi di dollari che verranno poi utilizzati per ridurre il tempo necessario per sviluppare un nuovo vaccino a soli 100 giorni. L’obiettivo è quello di limitare gli effetti di nuove catastrofiche pandemie, sia sulla popolazione che sull’economia. Come ha tenuto a sottolineare Gates al Financial Times, le priorità del mondo sono alquanto strane ed è stato compito dei filantropi e dei governi ricchi affrontare l’iniquità del vaccino. Ha poi aggiunto: “Quando si parla di spendere miliardi per risparmiare trilioni di danni economici e decine di milioni di vite, direi che è una polizza assicurativa piuttosto buona”.

L'obiettivo è di evitare danni peggiori

In poche parole spendere anche tanto eviterebbe in futuro danni peggiori. Prepararsi a una nuova pandemia potrebbe anche aiutare ad affrontare i problemi sanitari globali esistenti, come per esempio trovare un vaccino per l’Hiv e altri migliori per tubercolosi e malaria. Il filantropo ha anche sottolineato il coraggio messo in campo dal governo degli Stati Uniti e da Cepi nell’usare i propri soldi per creare ampi portafogli di potenziali vaccini. La professoressa Cherry Gagandeep Kang, membro del consiglio CEPI e virologa presso il Christian Medical College di Vellore, in India, ha asserito che dovremmo aspettarci che i Paesi mettano i loro interessi nazionali in primo piano. Ha poi aggiunto:“Il resto del mondo che non può permettersi di prendere questi impegni in anticipo ha bisogno di qualcuno dalla nostra parte. E Cepi è quell’organizzazione”.

Il direttore del Wellcome Trust, Sir Jeremy Farrar, ha spiegato che è fondamentale che i fondi provengano non solo dai budget per lo sviluppo internazionale, ma più in generale dai finanziamenti governativi e dalla filantropia.

Ha anche ricordato che Cepi è nato cinque anni fa in seguito all’epidemia di Ebola del 2014-2015, aggiungendo che“ora viviamo in quella che penso sia un’era di epidemie e pandemie più frequenti e complesse”.

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