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Putin scava una trincea al confine con l'Ucraina

Oltre la "black list", la Russia ha anche scavato un enorme fosso di 100km per impedire il traffico di armi da e verso l'Ucraina

Putin scava una trincea al confine con l'Ucraina

A dividere la Russia e l'Europa, ormai, non è più solo un muro diplomatico. Quel freddo nelle relazioni che da giorni sta condizionando la politica mondiale, sta diventando anche una divisone fisica: cento chilometri di trincea scavati al confine tra la Russia e l'Ucraina.

Tutto parte dalle rivolte di piazza Maidan a Kiev, o forse anche prima, nella partita energetica globale che sta cambiando le carte in tavola dell'assetto geopolitico nato dopo la caduta del Muro di Berlino. Poi sono arrivate le sanzioni alla Russia, le polemiche per lo scandalo Fifa nel calcio e infine la "black list" di Putin. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano, ieri ha definito "inaccettabile" la scelta di Putin di negare l'accesso al territorio russo a 89 personalità politiche e militari europee.

E mentre le diplomazie si laciano avvisi e reprimende, sul campo si sta già combattendo. In Ucraina, soprattutto, dove ora tornano anche le trincee: dopo 100 anni dall'inizio del primo conflitto mondiale, la Russia è tornato a costruire un lungo fossato. Molto diverso da quelli della Grande Guerra, ma ugualmente simbolico. Forse affirittura di più. Crollato il Muro di Berlino, infatti, sembrava impossibile il ritorno di una divisione fisica tra Russia e Occidente.

Invece, mentre il governo ucraino accusa la Russia di sostenere le forze separatiste del Donbass con un flusso continuo di combattenti, armi e rifornimenti, Mosca sta cercando di interropmpere il flusso illegale di armi proveniente dalle zone di conflitto. La Russia ha già scavato nella regione di Rostov, al confine con le repubbliche separatiste ucraine, un fossato lungo 100 chilometri, profondo due e largo quattro.

"E' un ostacolo contro gli intrusi e l'ingresso illegale di armi", precisa Andrei Timoveef, portavoce del Servizio delle guardie di frontiera della Russia. Dall'inizio dell'anno, Mosca ha sventato circa 60 tentativi di contrabbando illegale di armi attraverso il confine con l'Ucraina, arrestando 130 persone e confiscando un arsenale di decine di mine antiuomo, armi da fuoco, centinaia di proiettili e di granate. Le armi, è il timore di Putin, rischiano di finire nelle mani di terroristi e gruppi criminali organizzati, specie nella regione a maggioranza mussulmana del Caucaso Settentrionale, dove da due decenni le forze di sicurezza russe combattono gli estremisti.

Ma non solo. Il fossato è anche un segnale: la rottura delle relazioni dipolomatiche, l'appoggio incondizionato al'Ucraina, le sanzioni e la minaccia di portare Kiev nella Nato sono mosse occidentali che non possono non produrre delle conseguenze.

Anche la trincea è una di queste.

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