Russia, Navalny condannato a 3 anni e 5 mesi

La pena è stata ridotta perché Navalny aveva già scontato un anno ai domiciliari per il caso Yves Rocher. Annunciate manifestazioni di protesta imminenti

Russia, Navalny condannato a 3 anni e 5 mesi

Alexei Navalny, uno tra i più famosi dissidenti russi, è stato condannato a 3 anni e 5 mesi di carcere da un giudice del tribunale distrettuale Simonovsky, riunitosi per l'occasione presso la sede del tribunale della città di Mosca. È stata, così, accolta la richiesta del Servizio Penitenziario Federale di convertire la pena sospesa in detenzione reale, a causa della presunta violazione dei termini della libertà vigilata da parte di Navalny. Il giudice, però, ha deciso di prendere in considerazione l'anno di detenzione domiciliare già scontato per il caso Yves Rocher. In questo modo Navalny dovrà trascorrere 2 anni e 5 mesi di colonia penale.

La difesa dell'attivista russo ha già annunciato che farà ricorso al Consiglio d'Europa contro la sentenza a 3 anni e mezza comminata al blogger."Ci rivolgeremo alla comitato dei ministri del Consiglio d'Europa in relazione alla mancata esecuzione della decisione della Corte europea (nel caso di Yves Rocher)", ha detto all'agenzia di stampa "Interfax" l'avvocato di Navalny, Olga Mikhailova. Durante l'udienza lo stesso Navalny si era appellato alla Corte europea diritti dell'uomo per una sentenza che, era a suo dire, già scritta.

In Russia il clima è tesissimo. Il gruppo che fa capo all’oppositore russo ha già annunciato una "protesta immediata a Mosca". "Venite subito alla piazza del Maneggio! Il nostro Paese è piombato nella più completa illegalità, dobbiamo opporci", si legge in un tweet postato dal Fondo anticorruzione. Tale organismo ha garantito, per bocca del direttore Ivan Zhdanov, che continuerà a lavorare sia sul piano legale che su quello politico. "Inviteremo alle proteste, lo abbiamo già fatto. La fondazione continuerà a lavorare. Continueremo sul piano legale. Proseguiremo con il 'volo intelligente’. E continueremo a invitare alle proteste", ha dichiarato ancora Zhdanov sottolineando che la Fondazione ha una propria autonomia rispetto al leader Navalny. "Credo che ci saranno reazioni forti dall'estero. Le violazione delle norme europee, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, comporterà delle conseguenze", ha aggiunto l'attivista.

Durissimo il commento di Leonid Volkov, uno dei più stretti collaboratori di Navalny, che su Twitter ha scritto: "Non ci sono tribunali, giustizia, non c'è Stato. Oggi abbiamo assistito in diretta al suicidio dello Stato putiniano". "Questo regno di bugie- ha proseguito l’attivista- sarà sostituito da una nuova Russia. Sarà molto difficile, ma necessario. E ce la possiamo fare, lo abbiamo visto con le manifestazioni del 23 e del 31 gennaio".

Prime reazioni anche in Occidente. Gli Stati Uniti si sono detti profondamente preoccupati per le azioni della Russia nei confronti di Aleksej Navalnyj. È quanto ha scritto su Twitter il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, commentando la sentenza a carico dell'attivista russo a 3 anni e mezzo di detenzione. "Ribadiamo la nostra richiesta per il suo rilascio immediato e incondizionato, nonché per il rilascio di tutti coloro che sono stati ingiustamente detenuti per aver esercitato i loro diritti", ha aggiunto. Lo stesso Blinken ha annunciato che gli Stati Uniti si coordineranno strettamente con i loro alleati e partner “per rendere la Russia responsabile per non aver rispettato i diritti dei suoi cittadini".

Proteste anche da parte di Germania e Regno Unito. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, su Twitter ha parlato di un"triste colpo allo Stato di diritto e alle libertà fondamentali in Russia" e ha chiesto la liberazione immediata dell'oppositore. Il Regno Unito, tramite il ministro degli Esteri Dominic Raab, ha chiesto il "rilascio immediato e incondizionato" di Navalny, denunciando la decisione "perversa" dei tribunali russi che dimostra come il Paese non adempia agli "impegni più elementari che ci si aspetta da qualsiasi membro responsabile della comunità internazionale".

Dura condanna anche da parte dell’Italia. "Si è appresa con costernazione la notizia della condanna di Aleksey Navalny ad una lunga pena detentiva; condanna originata da un processo già definito "arbitrario e manifestamente irragionevole" dalla Corte europea dei Diritti Umani". È quanto scrive la Farnesina in una nota. Nel documento si sottolinea che la detenzione di Navalny "dopo l'avvelenamento con agente chimico dell'agosto scorso, conferma la tendenza alla soppressione dei diritti fondamentali nella Federazione Russa.

L'Italia resta un coerente sostenitore del dialogo e dalla cooperazione tra l'Unione Europea e la Russia, ma esprime forte preoccupazione dinanzi a tali sviluppi, che contrastano con i principi basilari della democrazia e dello stato di diritto".

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