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Nuova piattaforma e corazza: così sarà il carro armato T-14 II

Mosca è certamente in grado di produrre un T-14 aggiornato, tuttavia il nemico principale dell’Armata II è l’economia russa

Nuova piattaforma e corazza: così sarà il carro armato T-14 II

A partire dal 2030, il Ministero della Difesa russo ritiene probabile l’entrata in servizio di una nuova generazione di carri armati stranieri. Per fronteggiare questi ultimi, il 38° Istituto di ricerca scientifica sulle armi ed attrezzature corazzate suggerisce un upgrade del T-14 Armata. L’aggiornamento del T-14 sarebbe certamente più realistico rispetto al progetto del "carro armato del futuro" presentato ieri al Forum internazionale sulla tecnologia militare “Army-2020”.

Russia, piattaforma modulare Armata

Quello che è definito come Armata Universal Combat Platform è un singolo chassis che può essere utilizzato per altri veicoli pesanti da combattimento. Nel 2015, presentando al mondo il suo maestoso piano di riarmo, la Russia annunciò l’acquisizione di 2300/2500 piattaforme universali Armata entro cinque anni da schierare su sette divisioni. Quel piano di riarmo era sembrato fin da subito irrealizzabile sia dal punto di vista economico che industriale. Il sistema Armata è stato concepito come una piattaforma di combattimento universale modulare che sarà utilizzata come base per diversi di veicoli pesanti da combattimento: T-14, T-15 per la fanteria e T-16 da recupero. La variante termo-barica basata sull'Armata è stata quasi certamente cancellata.

Armata Universal Combat Platform: il T-14

La piattaforma da battaglia di nuova generazione T-14 prodotta dalla Uralvagonzavod, è stata presentata ufficialmente (non senza imprevisti) il nove maggio del 2015, in occasione del settantesimo anniversario della Giornata della Vittoria. Il suo design si allontana da decenni di progettazione sovietica mantenuta in produzione anche dopo la fine della Guerra Fredda. Quanto il T-14 possa condividere con le precedenti linee di produzione pesanti, resta un mistero.

Definito in patria come il più potente carro armato del pianeta (utilizzato anche lo slogan “potrebbe combattere su Marte” in riferimento ai nuovi supercondensatori per l'avviamento a freddo del motore diesel a meno 50 gradi), il T-14 è un MBT da 48/50 tonnellate. Tutti i principali carri armati della NATO, M1A2 e Challenger 2, pesano più di cinquanta tonnellate al livello base della configurazione. Abrams e Challenger II ne pesano circa settanta in configurazione da battaglia. Storicamente e strategicamente, il movimento delle forze corazzate è stato limitato dai collegamenti stradali, ferroviari e marittimi. La NATO mantene attive diverse posizioni avanzate per negare la questione della mobilità strategica. L'attuale dottrina della NATO si concentra su piccole forze corazzate mobili supportate dalle forze aeree.

Il carro armato di terza generazione T-14 è propulso da un motore diesel a dodici cilindri da 1500 cavalli che gli conferisce una velocità massima di 90 km/h con autonomia di 500 km. La mobilità è sempre stata un fattore difficile da bilanciare. Il raggiungimento di una buona mobilità di solito comporta un costo in termini di potenza di fuoco e capacità di sopravvivenza. Tuttavia una scarsa mobilità ha un impatto minore sulle prestazioni rispetto alla capacità di sopravvivenza e di fuoco. Le linee pulite del T-14 Armata rappresentano il principale cambiamento rispetto alla tradizione russa. La caratteristica fondamentale del nuovo MBT è la torretta totalmente automatizzata e digitalizzata. Sul tetto della torretta trova posto una mitragliatrice pesante da 12,5 mm controllata digitalmente. I tre membri dell'equipaggio, secondo i russi potrebbe andare in battaglia anche con due, sono collocati in una sorta di capsula blindata nella parte anteriore dello scafo.

Il cannone del T-14

Il T-14 è armato con un cannone ad anima liscia 2A82-1M da 125 millimetri, evoluzione del 2A46M del T-90. Il cannone può sparare proiettili perforanti, missili guidati ed ogni tipo di munizione pesante russa progettata per gli MBT. Secondo le stime russe il cannone 2A82, ritenuto in grado di colpire un bersaglio ad una distanza massima di 7/8 km, conferisce una maggiore energia cinetica rispetto al Rheinmetall dal 120mm del Leopard-2. Automatizzato anche il caricamento dei 44 colpi (32+12 in riserva) trasportati internamente. Il cannone 2A82 può sparare fino a dodici proiettili al minuto. Secondo i russi, la copertura emisferica dei sensori garantirebbe al T-14 la capacità di rilevare e contemporaneamente tracciare e individuare 40 bersagli terrestri e 25 bersagli aerei. La torretta completamente automatizzata del T-14 rappresenta un punto di svolta non solo nella storia degli MBT, ma anche nei confronti della filosofia russa. Il grado di affidabilità della torretta automatizzata dovrà rasentare la perfezione soprattutto in condizioni di combattimento reali. Ci si chiede, ad esempio, l'efficacia dell'intervento umano a bordo (ammesso sia possibile accedere direttamente nella torretta) qualora il sistema automatizzato dovesse palesare dei problemi.

Afganit, la protezione definitiva contro gli elicotteri Apache

Il primo APS russo hard-kill su un MBT

Il T-14 Armata associa diversi sistemi di sopravvivenza all'armatura tradizionale. Il più rivoluzionario è una misura difensiva nota come Active Protection System (APS). Appare evidente quanto i progettisti di Mosca abbiano sfruttato a fondo le teorie israeliane ed americane per le forze corazzate, estremizzandole con la tecnologia attuale della nuova filosofia russa. Molte delle avanzate caratteristiche di sopravvivenza provengono proprio dalla classe israeliana Merkava. Il T-14 è protetto dalla tecnologia attiva universale Afganit, sistema che utilizza un radar doppler per rilevare i proiettili in arrivo, come granate e missili. Rilevato il proiettile, la difesa lancia un razzo intercettore per distruggere il corpo in arrivo (la componente hard kill potrebbe intercettare proiettili che viaggiano ad 1,7 chilometri al secondo). Secondo i russi, questa sarebbe la protezione definitiva contro gli elicotteri Apache. Secondo la US Army, invece, Afganit è in grado di rilevare solo una particolare e limitata classe di granate e minacce anticarro. Per rilevare le minacce imminenti, Afganit utilizza due radar AESA disposti elettronicamente su entrambe i lati della torretta. L'arco di rilevamento stimato è di 90 gradi a sinistra e a destra del cannone. Secondo diverse fonti russe, i radar sarebbero in grado di operare in modalità attiva e passiva. Se così fosse la modalità passiva consentirebbe al T-14 di rilevare i radar di ricerca terrestri nemici o, forse, anche i comandi impartiti dai missili guidati anti-carro radio controllati. Oltre al radar, il T-14 dispone di una suite di sensori ottici per rilevare i lanci di missili e di un ricevitore per l'avvertimento laser direzionale (tali sistemi sono implementati sui carri armati sovietici sin dagli anni '80). Telecamere grandangolari montate all'esterno forniscono una visione a 360 gradi. Da rilevare, infine, che secondo Mosca il T-15 è il primo asset "network-centric warfare" al mondo

La corazza del T-14

Le lezioni apprese con l'Aquila Nera

Il T-14 è dotato di una suite di telecamere ad alta risoluzione che conferiscono ai membri dell’equipaggio piena consapevolezza a 360 gradi. La corazza modulare incorpora una nuova lega d'acciaio chiamata 44C-SV-W progettata dalla Steel Scientific Research Institute. La particolare inclinazione e composizione della corazza (probabilmente si tratta di una evoluzione della Kaktus) è stimata in 900 mm nella parte frontale. Il T-14 implementa una nuova armatura reattiva esplosiva soprannominata Malachite. Il materiale radar assorbente Ternovik dovrebbe ritardare il rilevamento dei radar di ricerca a terra. Sono state inoltre pubblicate informazioni sui metodi per ridurre la firma magnetica dell'Armata, rendendola probabilmente immune alle mine magnetiche. Il nuovo carro armato, infine, incorpora elementi visti nei progetti Object 195 e Black Eagle. Il T-95 (Object 195) sarebbe dovuto essere il carro armato russo di quarta generazione. Annunciato fin dal 1995, fu considerato obsoleto rispetto all’epoca in cui sarebbe dovuto entrare in produzione. Lo Stato Maggiore russo ha cancellato il progetto nel maggio del 2010, preferendo destinare le risorse disponibili per modernizzare i T-90. Le capacità acquisite con il T-95 sono state implementate nel T-14.

L’Aquila Nera o Chyorny Oryol in russo, è probabilmente rimasto un prototipo anche se tutte le informazioni che lo riguardano sono classificate. Sappiamo che il suo telaio si basa sul T-80U, anche se lo scafo è leggermente più lungo. La sua corazza frontale è di tipo reattiva esplosiva di nuova concezione. Il suo nome in codice è Kaktus ed è considerata ancora più efficace (specialmente per i proietti a energia cinetica) dell’attuale corazza reattiva di terza generazione Kontakt-5. L’Aquila Nera dispone anche di un sistema di protezione attiva Drozd-2, molto più efficace del sistema Arena. Il Black Eagle monta infine un cannone da 125mm 2A46 a canna liscia con capacità Atgm.

Primo lotto Armata in produzione

La produzione seriale del primo lotto di T-14 Armata è in corso, tuttavia difficilmente la società Uralvagonzavod riuscirà a rispettare i tempi previsti in base ai contratti siglati con il Ministero della Difesa russo nell'agosto del 2018. Del primo lotto fanno parte dodici T-14 da combattimento e quattro T-16 Brem, acronimo russo per veicolo corazzato da riparazione e recupero. La Uralvagonzavod ha ribadito a più riprese di essere in grado di produrre 500 T-14 l'anno, tuttavia tale affermazione (e relativa capacità produttive) andrebbe inquadrata in un regime fiscale nettamente differente rispetto quello attuale. Il primo lotto Armata sarà inquadrato con il Primo reggimento della 2ª Divisione motorizzata della Guardia Tamanskaja di Mosca. La consegna del primo lotto, non ancora iniziata, dovrebbe essere completata entro il prossimo marzo.

I costi del T-14

Non vi sono documenti ufficiali disponibili sui costi di ricerca e sviluppo sostenuti dalla Russia per il programma Armata Universal Combat Platform e per avviare la produzione delle tre varianti attualmente esistenti. Si ignorano i costi dei sedici/venti prototipi realizzati e sottoposti a test. La variante da combattimento T-14 avrebbe raggiunto un costo che oscilla tra i 6,5 e gli 8 milioni di dollari ad esemplare. Avviata la produzione seriale su larga scala, dalla Uralvagonzavod stimavano un costo unitario di 3 milioni di dollari. Il Ministero della Difesa russo ha ufficialmente siglato con la società Uralvagonzavod l’acquisto di un singolo lotto di 132 piattaforme universali: cento T-14, venti T-15 per la fanteria e dodici T-16 Brem. La Russia acquisterà 132 piattaforme universali Armata sulle 2300 inizialmente previste.

T-14 Armata II

Solo per una maggiore comprensione identifichiamo il nuovo sistema d’arma come T-14 Armata II. L’upgrade è stato avanzato dal 38° Istituto di ricerca scientifica sulle armi ed attrezzature corazzate del Ministero della Difesa russo. Il punto di partenza è il seguente: Mosca ritiene plausibile che a partire dal 2030, una nuova generazione di carri armati stranieri entrerà in produzione. L’Istituto di ricerca non menziona alcun Paese, limitandosi alla frase “ТАНКОВ НОВОГО ПОКОЛЕНИЯ” o carro armato di nuova generazione. Attualmente il programma Next Generation Combat Vehicle — Future Decisive Lethality (NGCV-FDL) dovrà determinare la prossima generazione MBT degli Stati Uniti. Tuttavia il Pentagono non prenderà alcuna decisione sul sostituto dell’M1 Abrams almeno fino al 2023.

“Il T-14 Armata II dovrebbe ricevere una nuova torretta automatizzata equipaggiata con un cannone da 152 mm in grado di sparare proiettili perforanti e munizioni termo-bariche. Si suggerisce di aumentare la protezione del carro armato grazie ad una nuova suite di sistemi di rilevamento e neutralizzazione remota delle armi anticarro. I carri armati aggiornati e potenziati saranno dotati di sistemi laser in grado di disabilitare i sistemi di guida dei missili anticarro. Sarà migliorata anche la protezione contro i proiettili perforanti e sarà ottimizzata la schermatura contro le armi elettromagnetiche e laser. L'equipaggio riceverà un avanzato sistema di supporto decisionale con tecnologia in grado di identificare automaticamente i bersagli ad una distanza di oltre sei km". L’Istituto di ricerca parla anche di una misteriosa “armatura trasparente”: potrebbe essere qualcosa di simile al Distributed Aperture System dell’F-35 o un nuovo tipo di rivestimento esterno concepito per ingannare le armi anticarro.

“L’Armata modernizzato otterrà un motore diesel aggiornato più economico, efficiente e con una capacità di 1500 CV, doppi controlli manuali per l’arma principale e la propulsione, nonché una migliore abitabilità che possa garantire all’equipaggio di poter operare per 24 ore”.

Non è chiaro il motivo per cui il 38° Istituto di ricerca scientifica sulle armi ed attrezzature corazzate del Ministero della Difesa russo abbia improvvisamente suggerito questi miglioramenti.

La fattibilità del programma Armata II

Il T-14, così come avvenuto per il Black Eagle ed il T-95, funge anche da banco sperimentale per i carri armati russi di nuova generazione (basi pensare anche alla versione unmanned, nome in codice Тачанка-Б, in via di sviluppo). Mosca aggiorna costantemente la sua linea corazzata pesante, ma parliamo di asset finanziariamente accessibili. Nulla a che vedere con la costosissima tecnologia implementata nel T-14. Un esempio su tutti.

Il 38° Istituto di ricerca scientifica sulle armi ed attrezzature corazzate suggerisce un nuovo cannone da 152mm: non è qualcosa che possa essere semplicemente sostituito. Se il nuovo sistema d’arma suggerito derivasse, ad esempio, dal cannone d’assalto da 152mm derivato dal sistema 2S35 Koalitsiya-SV, si dovrebbe riprogettare quasi interamente l’intera piattaforma T-14. Sarebbe necessario ridisegnare l'interra torretta automatizzata.

I problemi con il motore e le termo-camere del T-14 sono già stati risolti, ma parliamo di interventi nettamente diversi dai sostanziali upgrade proposti per il T-14 Armata II. Mosca è certamente in grado di produrre un T-14 aggiornato, tuttavia il nemico principale dell’Armata II è l’economia russa. Sarà proprio quest'ultima a determinare la portata degli upgrade suggeriti per il T-14 Armata II.

Un appunto sulla versione unmanned del T-14

Quello che è noto come Тачанка-Б è un dimostratore tecnologico senza pilota del T-14 Armata in via di sviluppo. I russi non hanno mai parlato di sistema d’arma pesante gestito da IA con un certo grado di autocoscienza, ma di piattaforma controllata in remoto come il Bradley statunitense ad esempio. Le diverse criticità palesate dall’Uran-9 in Siria (sensori, portata, comunicazione, controllo, manutenzione, affidabilità e capacità di operare in aree con straordinaria attività elettromagnetica), dimostrano che l’avvento degli UGV sui campi di battaglia è molto lontano. A differenza dei droni aerei, infatti, i segnali di controllo degli UVG sono inficiati dall’ambiente fisico in cui operano.

T-16 Brem

Mosca ha acquistato dodici T-16 Brem, acronimo russo per veicolo corazzato da riparazione e recupero. Il T-16 è privo della torretta standard del T-14 da combattimento. Al suo posto è installata una torretta telecomandata con una mitragliatrice Kord da 12,7 millimetri. Il T-16 BREM utilizza lo stesso telaio e sospensioni del T-14 e del T-15. La gru è installata sul lato destro della parte superiore dello scafo. Come ogni veicolo di recupero dell'esercito russo, anche il T-16 BREM è dotato di una lama da bulldozer azionata idraulicamente installata nella parte anteriore dello scafo. Ogni lato dello scafo è protetto con armatura ERA (Explosive Reactive Armor). Il T-16 brem è equipaggiato con l'Active Protection System Afganit.

L’irrealizzabile piano di riarmo della Russia

La “nuove” forze corazzate

"Il T-14 è un sistema d’arma meraviglioso, ma si è rivelato troppo costoso per la Russia che ora deve valutare alternative più economiche come la versione modernizzata del T-72". E’ quanto ha affermato nell’agosto dello scorso anno il ​​vice Primo Ministro russo Yuri Borisov ai media del Paese.

“Il T-14 è una meraviglia tecnologica dell'industria militare russa, tuttavia non effettueremo alcun ordine di massa a causa del suo costo sconcertante. Perché dovremmo acquistare gli Armata quando i nostri T-72 continuano ad essere molto richiesti sul mercato? In termini di prezzo, efficienza e qualità, il T-72 supera di gran lunga l’M1 Abrams statunitense, il francese Leclerc ed il Leopard tedesco. La modernizzazione dell'inventario è risultata più efficiente in termini di costi. Avendo un budget militare dieci volte inferiore a quello della Nato, stiamo conseguendo i nostri obiettivi grazie a soluzioni convenienti ed efficienti”.

Anche se la Russia fosse riuscita ad acquistare una media di cento piattaforme Armata l’anno, ne sarebbero stati necessari più di venti per produrne 2300. Nonostante il grado tecnologico raggiunto, numericamente i T-14 non potrebbero fare la differenza sul campo di battaglia. Anche nel prossimo decennio, la forza corazzata pesante russa sarà composta in prevalenza dalle piattaforme già in servizio per la medesima strategia adottata dalla forza aerea con il Su-57. Mosca dovrebbe radiare quattromila mezzi dell’era sovietica tra carri armati e veicoli blindati da combattimento. Il Ministero della Difesa russo ha rivisto la stima iniziale del piano che prevedeva la dismissione di diecimila sistemi sovietici in inventario. Rispetto al piano di riarmo annunciato, la principale linea pesante di Mosca entro il 2027 si baserà prevalentemente su duemila T-72 (più della metà portati allo standard B3), 350 T-90A riconvertiti alla versione MS (qualora si garantissero i fondi per l’upgrade) 450 T-80BVM e cento T-14.

I T-80BVM nell'Artico

Il Cremlino aveva pianificato di ritirare tutti i T-80 entro il 2015, ma ha deciso di sottoporli ad una profonda revisione e di aggiornarli due anni dopo. Il design, sostanzialmente più complesso rispetto ai T-72 ed ai T-90, richiede una manutenzione intensiva rispetto al tradizionale T-72 alimentato a diesel. I 450 T-80BVM sono identici ai B3 tranne che per un motore più affidabile. La flotta T-80 modernizzata con turbina a gas (quest'ultima offre prestazioni migliori nei climi rigidi) sarà schierata per le operazioni nell’Estremo Oriente, la Siberia e l'Artico.

Il futuro del T-14: "il proiettile d'argento"

Le forze strategiche possono garantire la sovranità territoriale della Russia, ma la loro utilità nella proiezione regionale nei combattimenti a media e bassa intensità è limitata. I cento T-14 acquistati da Mosca equipaggeranno due brigate pesanti, pezzi di ricambio compresi. I T-14 saranno schierati soltanto ed esclusivamente in caso di grave crisi come "proiettili d'argento". Mosca, a causa dei vincoli di bilancio e delle sanzioni internazionali, continua a modernizzare migliaia di veicoli piuttosto che costruirne di nuovi. Ciò non significa necessariamente che ci saranno ritardi nelle forniture dei T-90MS e dei veicoli da combattimento per la fanteria BMP-3. Resta incerto il destino dei quattromila mezzi radiati dall’esercito russo.

Carri armati e veicoli da combattimento dell’era sovietica potrebbero essere ceduti ai partner di Mosca che non possono permettersi il grado tecnologico dei T-90MS.

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