Mondo

Le sfide di Carlo III e il gesto che può fare per Assange

Il team legale di Julian Assange ha presentato ricorso all'Alta Corte britannica per fermare l'estradizione del giornalista negli Stati Uniti. E se intervenisse la Corona?

Le sfide di Carlo III e il gesto che può fare per Assange

Fra i poteri di cui dispone la monarchia britannica c'è anche quello di concedere la grazia a persone condannate. Con la morte della Regina Elisabetta e l'insediamento di Re Carlo III, torna in auge il dibattito sul destino del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, dall'11 aprile 2019 rinchiuso nell'unità di massima sicurezza del carcere di Belmarsh, insieme a terroristi e stupratori, dopo essere stato arrestato a Londra a seguito dell'espulsione del giornalista australiano dall'ambasciata dell'Ecuador, che gli aveva garantito asilo per sette anni. Nelle scorse settimane, il team legale di Assange ha presentato ricorso all'Alta Corte britannica nel tentativo di contrastare l'estradizione del giornalista negli Stati Uniti. Il ministro dell'Interno britannico, Priti Patel, infatti, ha approvato l'estradizione del fondatore di WikiLeaks a giugno dopo che gli era stato negato un ricorso in appello alla Corte Suprema a marzo.

La richiesta di Assange per fermare l'estradizione

Gli avvocati di Assange affermano che il giornalista è un perseguitato politico, punito per le sue opinioni politiche, e che la richiesta di estradizione viola il Trattato di estradizione USA-Regno Unito e il diritto internazionale in quanto si riferisce a "reati politici". Le autorità statunitensi hanno accusato il 51enne di aver cospirato per hackerare i computer del governo e di aver violato una legge sullo spionaggio in relazione al rilascio di cablogrammi riservati da parte di WikiLeaks nel 2010-2011. Assange rischia fino a 175 anni di carcere per le 17 accuse di spionaggio, anche se il governo degli Stati Uniti sostiene che una condanna dai tre ai sei anni è più probabile.

Secondo Nils Melzer, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e autore del libro Trial of Julian Assange, occorre distinguere tra fatti e false narrazioni che circolano nei media. Gli Stati Uniti, spiega, non hanno mai dimostrato che le vite del personale militare siano state messe in pericolo a causa di Wikileaks. Molte di queste false accuse servono a mascherare il vero intento delle azioni del governo degli Stati Uniti contro Wikileaks. "Ciò che era così pericoloso è la metodologia di Wikileaks", dice Melzer. "Non è il contenuto effettivo delle informazioni reali che è stato divulgato, ma il meccanismo che è stato sviluppato: è stato rivoluzionario". Melzer accetta la necessità nelle democrazie liberali di creare uno spazio protettivo per i negoziati e il dialogo bilaterale tra stati e istituzioni, ma avverte che esiste un'importante distinzione tra riservatezza e segretezza. "La riservatezza non rimuove il contenuto di quelle discussioni dal controllo legale se ci fosse un crimine commesso dietro la segretezza". E se Assange ha violato la legge, perché giornali come il New York Times e il Guardian, che hanno pubblicato i cablogrammi di Wikileaks, non sono stati condannati?

Il gesto che può fare Carlo III per Assange

Difficilmente accadrà, nonostante le prese di posizione dell'ordine dei giornalisti e di vari artisti e intellettuali di tutto il mondo a sostegno della libertà di Julian Assange, ma su richiesta Segretario di Stato della giustizia - ad esempio - Re Carlo III potrebbe concedere la grazia al giornalista ora detenuto in un carcere di massima sicurezza in Gran Bretagna, in attesa di essere stradato negli Stati Uniti. I precedenti in tal senso non mancano. Il 23 dicembre 2013, 60 anni dopo la sua morte, il genio matematico Alan Turing fu graziato dalla Regina Elisabetta II su richiesta dell'allora ministro della Giustizia Chris Grayling; nel 2020, la Regina concesse la grazia a Steven Gallant - condannato per aver ucciso un vigili del guoco davanti a un pub di Londra - che il 29 novembre del 2019 riuscì a fermare il fondamentalista islamico e a impedirgli di compiere una strage vicino al London Bridge di Londra. Gallant aveva già scontato 12 dei 17 anni della sua condanna per omicidio e vide la sua pena ridursi di 10 mesi, in virtù della grazia concessa dalla corona britannica.

Assange non ha ucciso nessuno, eppure si trova in una prigione di massima sicurezza con assassini e stupratori, trattato come un terrorista: se l'occidente liberale vuole dare il buon esempio quando parla della sfida in corso fra autocrazie e democrazie, cominci dal liberare il giornalista e fondatore di Wikileaks.

Commenti