Siria, drone attacca reparti speciali Usa, F-15 abbatte la minaccia

L’installazione di Al-Tanf, in Siria, funge da base operativa avanzata per le forze speciali britanniche e statunitensi.

Siria, drone attacca reparti speciali Usa, F-15 abbatte la minaccia

Un F-15E Strike Eagle ha abbattuto un drone che aveva precedentemente sganciato un sistema d’arma contro una postazione dei reparti speciali Usa ed inglesi in Siria. E’ quanto si legge in una nota congiunta diramata dal Pentagono e dal comando Inherent Resolve.

L'incidente si è verificato ieri nei pressi di Al-Tanf, nella Siria meridionale, vicino al confine con la Giordania. L’installazione di Al-Tanf funge da base operativa avanzata per le forze speciali britanniche e statunitensi che assistono il gruppo siriano Maghawir al-Thawra. Quest’ultimo riceve assistenza dalle forze della coalizione per combattere il regime di Assad.

E’ la prima volta negli ultimi venti anni, che una nazione ostile (non identificata) ordina un attacco aereo contro le forze Usa. Dovrebbe anche trattarsi del secondo bersaglio abbattuto per un F-15E Strike Eagle dopo un elicottero iracheno nel 1991. E la seconda volta, infine, che un aereo americano distrugge un UAV. Il primo abbattimento ufficialmente riconosciuto risale al 2009, quando un F-16 distrusse un drone iraniano in volo sull’Iraq.

Definito dal Combined Joint Task Force-Operation Inherent Resolve come un “drone pro-regime”, non ha avuto alcun effetto sulle forze della coalizione.

“Un UAV pro-regime, simile per dimensioni al Predator MQ-1, dopo aver sganciato una delle armi trasportate contro una posizione occupata dal personale della coalizione che sta formando e consigliando le forze terrestri partner nella lotta contro l'Isis, è stato abbattuto da un caccia statunitense. Poche ore prima, le forze della coalizione hanno distrutto due mezzi tattici pro-regime che avanzavano all'interno della consolidata zona di de-confliction minacciando le forze presenti”.

La zona de-confliction, larga 34 miglia, è stata stabilita dagli Stati Uniti attorno la base di Al-Tanf.

Non vi è alcuna informazione ufficiale sul tipo di drone abbattuto e sulla procedura d’ingaggio autorizzata per distruggerlo (cannone da 20 millimetri o missile). L’unico indizio rilasciato dal Combined Joint Task Force-Operation Inherent Resolve è che l’UAV era simile per dimensioni al Predator MQ-1 statunitense. Potrebbe trattarsi dello Shaeed 129 iraniano, schierato in Siria dal 2014. Lo Shahed-129 è un drone da ricognizione e combattimento in grado di volare per 24 ore con un raggio di 2000 km.

Primo sistema UAV della categoria MALE (medium-altitude, long-endurance system) dell’Iran, può essere armato con il missile aria-terra multiruolo Sadid-1, che equipaggia anche un altro drone, il Karrar. Lo Shahed-129 è entrato in produzione seriale nel settembre del 2013, un anno dopo la sua presentazione. La configurazione dello Shahed-129 è una via di mezzo tra l’israeliano Hermes 450 e l’inglese Watchkeeper WK450. Con il crescente coinvolgimento dell'Iran nel conflitto siriano, sembra molto probabile che l’UAV abbattuto possa essere uno Shahed-129. Anche Hezbollah dovrebbe aver acquistato il sistema Shahed-129. La vulnerabilità dei droni (almeno quelli ufficialmente svelati) è nota. L’USAF, nel 2002, armò alcuni Predatori con dei missili Stinger per l'autodifesa. Resterà solo un tentativo.

Quel drone misterioso dalla manovrabilità impressionante

Il 17 luglio scorso, un drone di qualche tipo riuscì a violare uno degli spazi aerei più protetti al mondo, quello di Israele. Con un certo imbarazzo, gli israeliani affermarono di non essere riusciti ad intercettare nonostante i tre missili lanciati. Il drone proveniva dalla Siria.

Pochi secondi dopo aver rilevato l’UAV sulle alture del Golan, gli israeliani lanciarono due missili intercettori Patriot PAC-2 in rapida sequenza, mancando il bersaglio. Lo Stato Maggiore decise allora di inviare un F-16 che nonostante un missile lanciato, non colpirà il bersaglio. Il drone non sarà mai abbattuto e ritornerà in Siria senza subire alcun danno. I servizi segreti americani ed israeliani furono cauti nel diramare altre notizie per evitare spiacevoli contraccolpi. Lo scudo missilistico statunitense, infatti, è venduto come uno dei migliori al mondo: tale episodio avrebbe potuto confermare che contro le minacce moderne, come gli UAV, tale asset sarebbe impotente.

Secondo l'IDF, quel drone sarebbe stato fabbricato in Russia.

In precedenti occasioni, Israele ha già abbattuto dei droni nemici sul Golan, ma l’episodio dello scorso anno dimostrò l’efficacia della minaccia UAV, in grado di superare anche uno dei migliori schermi difensivi del mondo come quello di Israele. Sebbene avanzate, le difese aeree di Israele furono incapaci di intercettare una sola minaccia UAV.

I droni dell’Iran

Nel maggio del 2014, la televisione di Stato iraniana mostrò le immagini di una replica del drone statunitense RQ-170 Sentinel. Il Saeqeh, ultimo drone della classe Simorgh, "è in grado di colpire simultaneamente fino a quattro bersagli con bombe intelligenti e con millimetrica capacità, nel campo UAV siamo alla pari con gli americani. Anzi, nella tecnologia stealth gli americani stanno cercando di rimanere al nostro livello".

La classe Simorgh è la versione iraniana del drone Sentinel RQ-170 degli Stati Uniti.

Fin dal 2011, l'Iran sostiene di essere riuscito a decodificare i segreti del Sentinel, abbattuto nel dicembre dello stesso anno dopo essere entrato nello spazio aereo iraniano dal confine orientale con l'Afghanistan. Gli Stati Uniti hanno inizialmente dichiarato di aver perso un drone vicino al confine afghano, per poi confermare l'abbattimento del Sentinel durante una missione di spionaggio sopra un impianto nucleare iraniano. Secondo gli Stati Uniti, l’Iran non sarebbe mai stato in grado di svelare la tecnologia del Sentinel, a causa dei protocolli di sicurezza inseriti nei droni che operano sul territorio ostile. Il 27 ottobre del 2013, le Guardie Rivoluzionarie iraniane presentano in Russia un aereo spia senza pilota che - secondo Teheran - deriverebbe da un processo di reingegnerizzazione di un drone statunitense catturato nel 2012. Nel dicembre del 2012 Teheran afferma di aver catturato almeno tre velivoli senza pilota ScanEagle. Il processo di reingegnerizzazione sarebbe avvenuto proprio dagli UAV catturati. L'esercito americano ha sempre negato di aver perso ScanEagle sull'Iran, tuttavia i media canadesi, citando documenti ufficiali, hanno confermato la perdita di uno ScanEagle nel Mar Arabico nel 2012. Sempre dalla Marina canadese però, smentirono categoricamente che il drone perso fosse stato recuperato dall'Iran.

Lo ScanEagle è un UAV a basso costo, prodotto da una società controllata dalla Boeing. Pesa venti chilogrammi, ha un'apertura alare di 3,1 metri e può restare in volo per 22 ore ed otto minuti. L’Iran ha maturato una notevole esperienza nel campo della reingegnerizzazione, gran parte della quale fornita proprio dagli Usa nel periodo in cui i rapporti tra Teheran e Washington erano ottimi. Da allora, l'Iran è stato in grado di acquistare pezzi di ricambio per gran parte del suo hardware americano e ha dovuto ricorrere alla reingegnerizzazione per tenerlo in funzione. L’Iran riceve sostegno tecnologico da Corea del Nord, Russia e Cina.

Nel settembre del 2013, Teheran affermò di aver completato il processo di reingegnerizzazione del Sentinel, annunciando la vendita a terzi della tecnologia acquisita.

Quanto ci sia di vero nelle esternazioni iraniane, non lo sapremo mai, così come resta ignoto il paese che ha lanciato il drone sulle alture del Golan lo scorso anno.

Quel drone avrebbe volato per quasi un’ora nello spazio aereo israeliano, varcando lo spazio aereo controllato anche dai russi. Per questo ultimi, il drone non è mai esistito.

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