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Lavrov: "Gli Usa risparmiano Al Nusra per usarla contro Assad"

In un'intervista alla Bbc il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è tornato a criticare l'atteggiamento statunitense nei confronti dei jihadisti dell'ex fronte al Nusra. E ha chiesto che gli Usa mostrino "le prove dei bombardamenti sui civili"

Lavrov: "Gli Usa risparmiano Al Nusra per usarla contro Assad"

“Abbiamo sempre più ragioni per ritenere che, sin dall'inizio, il progetto fosse quello di risparmiare al Nusra nel caso di un “piano b” o di una seconda fase in cui usarli, al momento giusto, per rovesciare il regime". È la dura accusa rivolta dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov agli Stati Uniti, ad un anno dall’inizio dell’intervento russo in Siria.

L’attacco del ministro degli Esteri di Mosca, affidato ad un’intervista alla Bbc, arriva dopo giorni di duri botta e risposta tra le amministrazioni russa e americana, relativamente alla situazione ad Aleppo, in Siria. Lavrov ha nuovamente accusato gli Stati Uniti di non aver ancora provveduto a separare l’opposizione cosiddetta "moderata", dagli ex jihadisti del fronte al Nusra, ribattezzatisi Fateh al Sham, nonostante questo fosse uno dei punti chiave negli accordi per il cessate il fuoco, siglati da Mosca e Washington. “Nonostante le ripetute promesse e impegni, non sono in grado o non vogliono farlo”, ha detto Lavrov alla Bbc.

Proprio di questo punto controverso discuteranno, quindi, nuovamente in serata, Sergej Lavrov e il suo omologo John Kerry. Si tratta della prima telefonata dopo i ripetuti scambi di accuse dei giorni scorsi, tra cui quella rivolta da Washington a Mosca, di colpire i civili con i bombardamenti. Lavrov ha chiesto, quindi, agli Stati Uniti, di presentare "le prove" dei raid russi contro obiettivi civili, affermando che la Russia non sta usando armi proibite in Siria. Il capo della diplomazia di Mosca ha, inoltre, definito “inaccettabili” le dichiarazioni del Dipartimento di Stato americano sulla possibilità che si verifichino attentati da parte dei militanti islamici nelle città russe.

“Lo Stato Islamico, al Qaeda e il Fronte al Nusra non si sono stabiliti a Damasco: questo è probabilmente il principale risultato positivo del sostegno che la nostra aviazione ha fornito alle legittime le forze armate siriane", ha detto, invece, nella giornata di oggi, il portavoce del Cremlino, Dmitrj Peskov, tracciando un bilancio ad un anno dall’intervento russo in Siria, partito il 30 settembre 2015, su richiesta delle autorità siriane. Nonostante l’operazione militare russa continui, Peskov ha sottolineato come sia stato raggiunto il principale risultato dell’operazione, ovvero quello di fornire assistenza al popolo siriano e all’esercito di Assad, nella lotta contro i jihadisti che avevano preso il controllo di vaste aree del Paese.

Oggi, infine, il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha condannato, in una risoluzione, l’offensiva del governo siriano, supportata dai raid russi sulla zona orientale di Aleppo, controllata dai ribelli e dai jihadisti

di Fateh al Sham, chiedendo di fermare i "bombardamenti indiscriminati”. La risoluzione, redatta da Paesi arabi e occidentali, è stata adottata con 26 voti a favore e sette voti contrari, tra i quali quello della Russia.

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