Guerra in Ucraina

A sorpresa il Giappone scende in campo: con chi si schiera

Il Giappone, fuori dai radar bellici dalla Seconda Guerra Mondiale, ha interrotto il suo tradizionale isolamento

A sorpresa il Giappone scende in campo: ecco con chi si schiera

Nessuno si aspettava che il Giappone scendesse ufficialmente in campo nella guerra scoppiata in Ucraina. Dopo decenni di neutralità, Tokyo ha scelto di schierarsi contro la Russia, al fianco di Stati Uniti, Nato e Unione europea.

La mossa di Tokyo

In un primo momento, il governo giapponese aveva condannato l’invasione russa ai danni dell’Ucraina e attuato una serie di sanzioni economiche all’indirizzo di Mosca. Con l’intensificarsi del conflitto, il Giappone ha imposto nuove sanzioni a Russia e Bielorussia, congelando gli asset detenuti da funzionari governativi e altre entità dei due Paesi in terra nipponica. Tokyo ha quindi bloccato le esportazioni di sistemi e macchinari per la raffinazione petrolifera alla Russia e di sistemi e componenti a doppio uso alla Bielorussia.

Le autorità giapponesi hanno inoltre inserito 32 individui russi e bielorussi e 12 nuove entità nella lista dei soggetti sottoposti al congelamento degli asset in Giappone. "Il nostro Paese continuerà a collaborare con il Gruppo dei Sette e con la comunità internazionale per migliorare la situazione" in Ucraina, ha fatto sapere il governo nipponico.

Così il Giappone aiuta l’Ucraina

Il premier giapponese Fumio Kishida ha spiegato che Tokyo invierà equipaggiamento non letale a Kiev. L’intento di questa mossa è tanto chiaro quanto semplice: favorire la difesa dell’Ucraina considerata a tutti gli effetti sotto attacco dalla Russia. Accanto alla spedizione di equipaggiamenti vari, Kishida ha pure annunciato la volontà di aprire le porte del suo Paese per accogliere rifugiati ucraini nel tentativo di mitigare la crisi umanitaria.

Tornando all’equipaggiamento, il tutto si basa su un accordo intergovernativo firmato tra Ucraina e Giappone per fornire gratuitamente al governo di Kiev dispositivi di protezione per le esigenze delle sue forze armate. In termini concreti stiamo parlando di giubbotti antiproiettile, caschi, tende, abiti invernali, medicinali, generatori, macchine fotografiche, vari strumenti da utilizzare in caso di emergenza.

Il doppio annuncio del Giappone è storico per due ragioni. Intanto perché l’invio di armi non letali, come detto, ha interrotto il tradizionale isolamento del Paese asiatico, fuori dai radar bellici dal termine della Seconda Guerra Mondiale. C’è poi da mettere in conto la decisione di accogliere i rifugiati ucraini, altra rottura sostanziale per una nazione che conta un basso numero di immigrati.

Unendo i punti elencati, si capisce perché Vladimir Putin non si aspettava questo colpo di scena.

Come se non bastasse, l’ingresso in campo del Giappone – terza economia mondiale - potrebbe riaprire il vecchio fronte asiatico tra Mosca e Tokyo relativo alla sovranità delle Isole Curili.

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