Si era resa conto lei stessa di averla sparata grossa, perché un politico mai e poi mai dovrebbe insultare i sostenitori del proprio rivale. Hillary Clinton durante una cena di raccolta fondi, a New York, aveva definito in questo la metà degli elettori di Trump: "Razzisti, sessisti, xenofobi e islamofobi". E poi aggiunse: "Sono deplorevoli" (guarda il video). Il giorno dopo si scusò: "Ieri sera ho generalizzato in modo grossolano e non è mai una buona idea. Mi pento di aver detto metà..., è stato un errore". E continuò elencando una serie di affermazioni o comportamentii di Trump che lei condannava. "È deplorevole che Trump abbia costruito la sua campagna in gran parte su pregiudizi e paranoie e offerto una piattaforma nazionale a punti di vista odiosi, anche retweettando frasi bigotte di poche decine di seguaci e diffondendo il loro messaggio a 11 milioni di persone".
Clinton ribadì che molti dei sostenitori di Trump sono "americani lavoratori" che si sentono emarginati. "Sono determinata a unire il nostro Paese portare i frutti del nostro lavoro a tutti, non solo a quelli in alto". E fin qui nulla di male, ognuno porta avanti la propria linea. Lei proseguì la campagna elettorale, una delle più dure di sempre, dicendo che non avrebbe smesso di denunciare la "retorica razzista e bigotta" (di Trump).
Eppure anche quei "deplorevoli" hanno fatto sentire la loro voce, stroncando le aspirazioni della democratica. Hillary ha perso il contatto con la realtà e non si è resa conto che l'America era stanca di lei, del marito e di un establishment a cui voleva rifilare un bel calcio. Un primo segnale, forte, della debolezza di Hillary sono state le primarie democratiche, con l'ex First lady che ha sofferto come non mai rispetto all'energia del "socialista" Bernie Sanders, in grado di mobilitare (lui sì) i giovani e la voglia di cambiamento. Avrebbe vinto Sanders contro Trump? Non lo sapremo mai.
Di certo il voto che ha sancito la vittoria del tycoon non è stato solo quello dei "ricconi". È stato anche quello della working class (che sembrava essere lo zoccolo duro dei democratici) e della famosa classe media che spesso decide le elezioni.
Chi non vede migliorare le proprie condizioni di vita (e non ha speranze in tal senso) vota contro chi governa. E così Trump ha intascato i grandi elettori di diversi Stati chiave, come il Michigan e il Wisconsin, che la Clinton non aveva mai considerato a rischio.
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