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Tanzania, il governo nega il Covid e consiglia intrugli alle spezie al posto dei vaccini

Contro la propaganda negazionista messa su dal governo tanzaniano si è ultimamente schierata pubblicamente la Chiesa cattolica locale

Tanzania, il governo nega il Covid e consiglia intrugli alle spezie al posto dei vaccini

Le autorità della Tanzania si stanno rendendo protagoniste di proclami sempre più negazionisti sul Covid, rifiutandosi di effettuare tamponi sulla popolazione, deridendo l’uso precauzionale delle mascherine e accingendosi finanche a rifiutare i vaccini contro il coronavirus. L’unico rimedio contro il morbo sarebbe, a detta del presidente John Magufuli e del suo ministro della Salute Dorothy Gwajima, un mix di preghiere, passato alle erbe, inalazioni di vapore e un recente “prodigioso” intruglio presentato alla stampa locale direttamente dalla Gwajima. Quest’ultima ha infatti ultimamente esibito alle emittenti del posto gli ingredienti di un portentoso antidoto contro il coronavirus, ribadendo contestualmente che l’esecutivo tanzaniano non metterà in atto alcun piano di vaccinazione di massa.

Il preparato descritto in questi giorni dal ministro della Salute si basa sul sapiente dosaggio di zenzero, cipolle, limone e pepe. Chiunque ingerirà tale intruglio, acquisirà, secondo le autorità del Paese, l’immunità dal Covid, rendendo di conseguenza inutili i vaccini. Considerata questa linea politica, nessuno dovrebbe stupirsi se il governo locale dovesse rigettare le forniture di sieri reperite per la Tanzania da Covax, ossia dall’iniziativa messa su dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’ente umanitario Gavi (Global Alliance for Vaccines and Immunization) e diretta proprio a munire di antidoti le nazioni più in difficoltà. Del resto, Magufuli ha imposto da metà 2020 una torsione sempre più negazionista alla propria strategia sanitaria, dichiarando a giugno la Tanzania “Covid-free”, dopo avere interrotto a maggio il conteggio dei casi. Egli aveva allora giustificato lo stop al tracciamento dei contagi dichiarando ai quattro venti che il “virus demoniaco” era scomparso grazie a tre giorni di digiuno e preghiere collettivi, nonché grazie al fatto che la popolazione aveva sempre più seguito i consigli del presidente, consumando passati di verdure e facendo inalazioni di vapore.

Dopo avere dichiarato a giugno la vittoria sul Covid, Magufuli e i suoi ministri non hanno fatto altro che negare pubblicamente l'utilità delle mascherine, mettere in dubbio l'efficacia dei tamponi accusandoli di rilevare solo dei falsi casi positivi, nonché deridere i Paesi vicini che imponevano restrizioni d’emergenza per contenere l’epidemia. La propaganda negazionista del capo di Stato è quindi arrivata recentemente al punto di contestare l’efficacia dei vaccini, bollandoli, senza fornire alcuna prova, come “pericolosi per la salute”. Egli ha dunque più volte motivato la sua opposizione ai sieri anti-Covid fornendo la seguente teoria: “Se l'uomo bianco fosse stato in grado di inventare i vaccini, avrebbe dovuto averne già trovati per l'Aids, il cancro e la tubercolosi”. Nonostante la propaganda governativa descriva la Tanzania come un Paese “Covid-free”, il quadro epidemiologico locale sarebbe drammatico, come dimostrerebbe innanzitutto l'aumento dei funerali nelle aeree urbane, segnalato dalla Conferenza episcopale tanzaniana, il cui portavoce ha appunto denunciato: “Eravamo abituati a celebrare uno o due funerali a settimana nelle parrocchie cittadine, ora ne officiamo tutti i giorni”. Per le autorità ecclesiastiche dello Stato dell’Africa orientale, la popolazione starebbe fronteggiando “una nuova ondata della diffusione del virus”, prendendo di conseguenza posizione contro la versione dei fatti fornita dall’esecutivo e sfidando apertamente la martellante propaganda di Magufuli. Ad esempio, Jude Thaddaeus Ruwa'ichi, vescovo di Dar es Salaam, ha attaccato l’ironia mostrata dal presidente riguardo alle mascherine e ha quindi rivolto un appello ai cittadini esortandoli a seguire comportamenti diametralmente opposti a quelli promossi dalle istituzioni governative: “Dobbiamo proteggerci, lavarci le mani con il sapone e tornare a indossare le mascherine”.

Il governo Magufuli ha reagito alle critiche della Chiesa cattolica tacciando come “allarmistici” gli appelli al senso di responsabilità e all’igiene personale lanciati dai vescovi.

Malgrado la facciata di ottimismo messa su dall’esecutivo e i costanti richiami governativi all’efficacia degli intrugli anti-Covid, la malattia incriminata si è ultimamente infiltrata anche nei palazzi del potere, colpendo esponenti politici di primo piano del Paese, tra cui il leader del partito di opposizione Alliance for Change and Transparency, contagiato insieme alla moglie.

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