A pochi giorni dal voto, due esplosioni, probabilmente un attentato, hanno fatto una strage al comizio del partito filo curdo Hdp a Diyarbakir, nell’Anatolia sud-orientale.
La folla attendeva l’intervento del leader Selahattin Demirtas, quando due deflagrazioni hanno fatto almeno 4 morti e 184 feriti. In un primo momento si era pensato all'esplosione incidentale di una centralina elettrica vicino al luogo del comizio, ma l'ipotesi è stata esclusa dal ministro dell'Energia: "C’è stato un intervento esterno sulla centralina elettrica", ha detto, "La nostra ispezione ha mostrato chiaramente che la fonte dell’esplosione non è stata la centralina. Le porte sono state danneggiate con una pressione dall’esterno verso l’interno e non viceversa".
"Controlleremo se è stata un’esplosione in una centralina elettrica o un attentato, o una provocazione di qualsiasi genere, e annunceremo gli esiti il più presto possibile", ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu. "Invito tutti a non cedere alle provocazioni. Non dobbiamo cadere nella trappola. Continuiamo il nostro lavoro per le elezioni", ha sottolineato il candidato premier del partito filo-curdo Hdp Demirtas.
Il risultato del partito curdo Hdp di Demirtas, "l’Obama curdo", potrebbe rivelarsi decisivo per l’esito delle politiche domenica. Se supererà la sbarra del 10% sotto la quale non si entra in parlamento potrebbe impedire al partito islamico Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan di ottenere una maggioranza di 330 deputati su 550 necessaria per imporre un sistema superpresidenziale. L’Akp, secondo alcuni analisti, potrebbe perfino perdere la maggioranza semplice di 276 seggi e non poter formare un governo.
Il partito curdo ha subito diversi attacchi negli ultimi giorni. Lunedì un suo attivista che guidava un furgone è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Martedi diverse migliaia di nazionalisti hanno attaccato un comizio dell’Hdp a Erzurum.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.