Il "blocco" dell'Est che non cede alla Ue e si arma contro l'immigrazione

Le opinioni pubbliche dei Paesi del Gruppo Visegrad temono l'arrivo dei nuovi flussi. E i governi rispondono di conseguenza. Non solo Budapest, ma anche in Slovacchia e Repubblica Ceca

Il "blocco" dell'Est che non cede alla Ue e si arma contro l'immigrazione

Non si fermano le critiche e le paure per l’immigrazione nell’Europa dell’Est. All’interno dei Paesi del Gruppo Visegrad, tutti notoriamente contrari all’accettazioni delle quote di migranti sui propri territori, i governi stanno confermando le proprie linee. Che, rispondendo alle volontà e ai timori delle rispettive opinioni pubbliche, continuano ad osteggiare l’arrivo dei migranti.

È il caso della Slovacchia, Paese guidato dai socialdemocratici nel quale però un sondaggio mostra come la gran parte della popolazione non sia disposta ad accettare nuove persone nel Paese. Condotto dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Alexander Dubček di Trenčin, esso fa emergere come solo il 7,6% degli slovacchi ritiene che i migranti possano essere una risorsa, mentre il 75,5% teme che l’aumento dei flussi migratori e delle richieste d’asilo possa significare una crescita dei rischi legati al terrorismo e alla criminalità. Gli esperti ritengono per questo improbabile che i partiti attualmente presenti in Parlamento modifichino il clima politico e sociale preesistente, sostanzialmente critico verso l’arrivo dei migranti.

La posizione più intransigente è incarnata dall’Ungheria. Il ministro degli Interni magiaro Sándor Pintér ha comunicato che il governo ha deciso di decretare lo stato di emergenza e l’adozione di nuove misure straordinarie per gestire e respingere l’arrivo dei flussi migratori. Queste prevedono il rafforzamento dei valichi di confine, in modo particolare la linea di frontiere con la Serbia, con un maggior numero di agenti di polizia. Verrà inoltre la realizzato di un percorso agevolato che permetta alle forze dell’ordine di raggiungere le frontiere interessate nel più breve tempo possibile, di modo che possano intervenire tempestivamente in caso di emergenza. I motivi di questa scelta sono spiegati dal ministro”, Paesi come la Serbia, la Croazia e la Slovenia hanno adottato misure straordinarie a protezione delle loro frontiere e non sappiamo come i migranti reagiranno a questa circostanza“. Le autorità sostengono che ultimamente sono stati notati dei movimenti sospetti alla frontiera meridionale, quella protetta col reticolato.

Timidi tentativi di apertura provengono dalla Repubblica Ceca. Il primo ministro Bohuslav Sobotka ha dichiarato che il suo Paese è pronto ad accogliere profughi siriani provenienti dalla Turchia.

La dichiarazione è stata fatta in relazione alle richiesta della Turchia in merito all’accoglienza di profughi siriani presenti sul suo territorio. In questo modo la Repubblica Ceca potrebbe fare la sua parte nell’ambito della politica delle quote che comunque non è approvata dalla sua classe politica.

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