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Dal calcetto ai "bruciati vivi". Le fatwa dello Stato islamico

La vita nei territori dell'Isis in una serie di "sentenze" pubblicate online. Finora nessuno ne ha contestato l'attendibilità. Sostieni il reportage

Dal calcetto ai "bruciati vivi". Le fatwa dello Stato islamico

Trentadue fatwa, opinioni legali secondo il diritto islamico, su tematiche abbastanza varie da coprire tutte quello che sta tra le tasse, il trapianto d'organi e i giochi. Emesse tra dicembre dello scorso anno e febbraio 2015 da un organo legato al sedicente Stato islamico (Hay'at al-Buhuth wa'l-Ifta'), offrono uno sguardo più ampio su quanto succede all'interno dei territori controllati dai miliziani estremisti.

Tradotte da un sito che si occupa di jihad globale, ma pubblicate sui social da una persona che sostiene di abitare nel cosiddetto Stato islamico, vengono considerate attendibili, perché finora la loro veridicità non è ancora stata messa in discussione da nessuno.

Numerose le tematiche prese in esame dai giudizi. Prima di tutto la guerra. Si dice per esempio che alle donne non è consentito portare bandoliere o faretre, perché questo rivelerebbe la forma del loro corpo anche se nascosta dal velo integrale che è la norma nei territori dell'Isis. Poi più in generale le caratteristiche che l'abaya deve avere e cosa è o non è consentito alle donne, per esempio farsi curare da un medico di sesso maschile senza la presenza di un "accompagnatore".

Il gran numero di vedove, dovuto a quanti cadono sul campo di battaglia, porta l'estensore della fatwa a rispondere anche a un quesito su cosa debba essere della donna e dei figli dopo la morte del marito. La risposta è che lasciare lo Stato islamico è un peccato grave e che chi insistesse per farlo potrebbe essere punita.

Se sentenze su tasse, questioni femminile e belliche sono da attendersi, più curiose sono altre risposte. A fine dicembre 2014, per esempio, qualcuno chiese se agli uomini dello Stato islamico fosse consentito giocare a calcetto. La risposta? Sì, ma ad alcune condizioni. Nessuna forma di scommessa, niente parolacce, far sì che le partite non impediscano di pregare od obbedire ad Allah. E soprattutto: che il gioco sia privo di figure umane. In altre parole: giocate sì, ma senza gli omini.

Gli argomenti sono anche molto più seri. Una delle risposte riguarda il trapianto di organi e l'uccisione degli "infedeli". Le fatwa sostengono che bruciare un uomo fino a farlo morire sia legittimo, citando due scuole del diritto islamico (Hanafita e Shafi'ta) e un principio di "reciprocità" (mumathala).

Allo stesso modo, se necessario, agli uomini dello Stato islamico è consentito ricevere un organo da un "prigioniero apostata", se necessario.

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