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Venezuela, folla affamata uccide una mucca con pietre e bastoni

Il video pubblicato da un deputato dell'opposizione. La fame in Venezuela non si ferma e cresce il numero di morti per le proteste

Venezuela, folla affamata uccide una mucca con pietre e bastoni

Non si placa la crisi alimentare in Venezuela. Un video postato su Twitter da Carlos Paparoni, deputato dell'opposizione dello stato di Merida, mostra diverse persone armate di pietre e bastoni che danno la caccia ad una mucca e la uccidono per cibarsene. Immagini gravi, che dimostrano la gravissima situazione in cui versa il Paese governato da Maduro. Mentre scorrono le immagini, le grida che si sentono non lasciano dubbi: "abbiamo fame!" dicono alcuni, "la gente sta soffrendo", dicono altri. Secondo Paparoni, il video riguarda un episodio accaduto nella hacienda Miraflores, a Palmarito, località a sud del Lago de Maracaibo. Il deputato dell'opposizione ha anche postato una fotografia con cui è stato immortalato un uomo che trasporta un quarto di mucca sulla spalla, ricordando che nell'allevamento di Miraflores sono già almeno 300 gli animali uccisi dalle persone affamate. "Pubblichiamo questo video come forma di denuncia", afferma Paparoni. "Rifiutiamo questi atti (...) Questo non è il modo. Questi atti distruggeranno più rapidamente la nostra produzione nazionale, porteranno più fame e scarsità di cibo".

Lo stato di Merida è uno dei più colpiti dalla carestia che sta vivendo il Venezuela. Il saccheggio di negozi e camion che trasportano cibo a Caracas si è diffuso adesso in tutto il Paese, soprattutto nella regione di Merida. Le rivolte si sono verificate in un'area agricola nel nord , nelle città di Caño La Yuca, El Pinar Tucaní, Palmarito e Arapuey. Ad Arapuey, non lontano da Palmarito, almeno tre persone sono morte e altre 16 sono rimaste ferite nelle ultime ore a seguite dei tumulti avvenuti per la richiesta di cibo. La folla, mentre assaltava un negozio di alimentari, è stata colpita dai proiettili delle forze di sicurezza. Un'altra persona è morta invece a Tucani, e sempre per lo stesso motivo: la fame. Questa volta una folla aveva cercato di saccheggiare un camion carico di grano. Con i quattro morti di Merida, sono già sei le vittime delle proteste e dei saccheggi nelle ultime due settimane a causa della fame e della mancanza di cibo. Il 31 dicembre, una donna incinta di 18 anni è morta dopo essere stata colpita alla testa, presumibilmente da un soldato, mentre faceva la fila per comprare il prosciutto distribuito dal governo a Caracas. A quanto ha raccontato al sito Latin American Herald Tribune Jesus Armas, consigliere comunale di Libertador, la folla si era riunita per una distribuzione di prosciutti a prezzi calmierati organizzata dal governo in occasione delle feste. "I prosciutti non erano abbastanza - ha raccontato - la gente ha cominciato a protestare e un agente della Guardia nazionale si è innervosito e ha aperto il fuoco. Ha colpito alla testa questa 18enne incinta e ferito un 20enne ad una natica". La giovane uccisa, incinta di 25 settimane, è stata identificata come Alexandra Colopoyn. Il 10 gennaio, invece, un ragazzo di 19 anni è stato ucciso durante un saccheggio di camion carichi di farina e pollo nella città di Guanare. Governo e opposizione si accusano a vicenda dei saccheggi, ma, come sempre, l'unica vittima in questa situazione è la popolazione.

L'opposizione ha chiesto alla popolazione di finire con i saccheggi, che non fanno altro che aggravare la crisi impoverendo le uniche aziende che ancora lavorano e rendendo ancora più difficile la situazione della crisi alimentare.

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