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Vertice Minsk, le posizioni dei partecipanti

Le posizioni di Francia, Germania, Ucraina e Russia prima del vertice di Minsk

Vertice Minsk, le posizioni dei partecipanti

In gergo diplomatico il vertice di Minsk sulla pace in Ucraina si tiene in "formato Normandia", cioè con quattro protagonisti: Francia, Germania, Ucraina e Russia. Tutte e quattro le parti sostengono che qualsiasi accordo si debba basare su quello raggiunto nella capitale bielorussa lo scorso 5 settembre tra il governo ucraino ed i separatisti filorussi. Vediamo nel dettaglio quali sono le posizioni dei singoli Stati.

Ucraina

Kiev si oppone alla "federalizzazione" delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma è disposta a fornire maggiore autonomia e rispettare i diritti dei russofoni. Per l'Ucraina il controllo della frontiera è necessario per fermare il flusso di equipaggiamenti militari e combattenti russi. Inoltre pretende il ritiro completo delle truppe straniere dalle regioni di Lugansk e Donetsk e si oppone all’introduzione di un contingente di pace. Qualsiasi accordo, sostengono le autorità filoccidentali ucraine, deve essere basato sulla netta linea di demarcazione elaborata in base agli accordi di Minsk.

Russia

La linea di Mosca è stata illustrata da Putin in una lettera al presidente ucraino Petro Poroshenko. I contenuti della lettera non sono stati resi pubblici, ma secondo fonti russe prevede questo: Lugansk e Donetsk devono avere maggiore autonomia
nell’ambito di una più ampia decentralizzazione del potere; Kiev deve impegnarsi in un dialogo diretto con le regioni dove si trovano i separatisti. Viene riconosciuta l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma si esclude di restituire la Crime Mosca vuole che l’Ucraina resti neutrale e si oppone fermamente ad una sua eventuale adesione alla Nato.

Francia e Germania

Secondo Parigi e Berlino un’intesa diplomatica è necessaria per un accordo duraturo. La Francia, in particolare, è dell'avviso che il tempo per la diplomazia non può essere esteso a tempo indeterminato. Germania e Francia hanno ribadito la minaccia di nuove sanzioni se non si dovesse raggiungere un accordo, I due Paesi (come del resto l'Ue) si oppongono all’invio di armi letali all’Ucraina, a differenza degli Stati Uniti. Parigi e Berlino sostengono che Mosca ha inviato armi e soldati nell’est dell’Ucraina a sostegno dei separatisti e che la Russia deve ritirare le sue armi ed i suoi soldati. Da parte sua Mosca ha sempre respinto tali accuse.

Separatisti filorussi

La linea di demarcazione concordata nei colloqui di Minsk non è più adeguata per i separatisti filorussi. Sostengono che non si ritireranno dalle loro posizioni attuali. L’autonomia o uno status speciale all’interno dell’Ucraina sono "irrealistici" e chiedono con insistenza l’indipendenza".

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