Il vice di Sarraj attacca la missione: "L'Italia viola sovranità della Libia"

Non solo Tobruk contro la missione navale italiana. Il vicepremier Mejbari: "Non esprime la volontà del governo d'intesa". E chiede l'intervento delle Nazioni Uniti e della Lega Araba. Intanto la Farnesina prova a calmare le acque

Fayez Serraj, premier del governo di unità nazionale, arriva a Tripoli
Fayez Serraj, premier del governo di unità nazionale, arriva a Tripoli

Non solo Tobruk, anche da Tripoli arriva un attacco pesantissimo all'Italia. A sferrarlo è il vice presidente del Consiglio presidenziale della Libia, Fathi al Majbari, che prende le distanze dalla decisione di Fayez al Sarraj di autorizzare la missione navale dell'Italia in acque libiche. "Non rappresenta né riflette la volontà presidenziale e del governo di unità - ha commentato ai microfoni dell'emittente Libya's Channel - gli accordi bilaterali non consentono questo tipo di intervento". Da qui la richiesta di fermare immediatamente quella che definisce "una violazione della sovranità libica" invocando il rispetto dei trattati internazionali e degli accordi tra i due Paesi.

Il primo a stracciare l'intesa raggiunta nei giorni scorsi è stato il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, e rivale del premier Fayez al Sarraj. Dopo la passerella di Parigi al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, ha ordinato alle sue forze aeree di bombardare qualsiasi nave militare italiana che entri nelle acque territoriali libiche su richiesta di Sarraj. L'ordine è arrivato mercoledì sera, a poche ore dal voto del parlamento italiano alla missione in Libia e, soprattutto, dopo l'ingresso della nave "Comandante Borsini" nelle acque libiche. "Le parole di Haftar non fermano la missione italiana in Libia già concordata con le legittime autorità libiche che fanno capo al Consiglio presidenziale", ha assicurato l'ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone, in una intervista dal Corriere della Sera. Perrone ha tenuto a sottolineare che l'Italia è interessata a "operare d'intesa con tutti i libici se è possibile, e ovviamente con il generale Haftar. Quindi - ha continuato - cercheremo il contatto anche con lui e faremo in modo di spiegare gli obiettivi di una missione che non è militare, ma di assistenza alle autorità libiche affinché possano esercitare la loro sovranità in tutto il territorio del Paese".

I problemi, per l'Italia, non arrivano soltanto da Tobruk. Anche nel Consiglio presidenziale c'è chi non vede di buon occhio la missione navale partita da Roma. Secondo quanto riportato dalla tivù Libya's Channel, il vice di Serraj ha definito l'accordo con l'Italia una chiara violazione delle disposizioni dell'accordo politico tra i due Paesi. Majbari ha chiesto alle autorità italiane il rispetto dei trattati internazionali e, per assicurare relazioni di buon vicinato, il rispetto degli accordi esistenti tra i due Paesi, ha invitato alla comunità internazionale e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a prendere posizione ha invitato la Lega araba e l'Unione africana a sostenere la Libia e condannare l'Italia.

In serata arriva la precisazione della Farnesina. Le iniziative del programma italiano a sostegno della Guardia Costiera libica saranno effettuate solo su espressa richiesta della stessa Guardia Costiera e del Governo libico. Ai fini di una corretta informazione, precisano le fonti del ministero degli Esteri, Fathi Majbari non è il numero 2 di Serraj, ma è uno dei membri del consiglio presidenziale libico e uno dei 4 vicepresidenti proveniente dall’est della Libia.

Le parole di Majbari circa la asserita violazione della sovranità libica da parte dell’Italia, secondo le fonti, rientrano nella dinamica di un dibattito interno libico - che l’Italia rispetta pienamente - e non inficiano in alcun modo il rapporto di cooperazione tra i due Paesi, mirato a potenziare la lotta contro i trafficanti di esseri umani - questione di importanza capitale per entrambi - e a rafforzare al tempo stesso la sovranità libica, il tutto all’interno di una cornice giuridica certa.

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