GerusalemmeA che punto siamo con la guerra? Quando cesserà il fuoco? Tutto il mondo se lo chiede, Israele piange i suoi 32 soldati uccisi e desidera la pace mentre è decisa a metter fine ai missili da Gaza; Hamas è certamente indebolita, e si affolla la tribuna dei mediatori internazionali. In tarda serata Sa'eb Erakat, un importante politico di Fatah, ha annunciato che domani forse ci sarà la tanto sospirata tregua. Poco prima Khaled Mashaal, il capo politico di Hamas, aveva affermato che la tregua ci sarà solo se alcune delle condizioni della sua parte saranno accettate, ma così facendo ha alluso a colloqui in corso, e ha parlato di tregua umanitaria. Tutto questo, vantando una fantastica vittoria della sua parte.
Le posizioni sono lontane, ma forse può essere accettata la proposta di Ban Ki Moon e di John Kerry: pare che abbiano offerto di fungere da sostenitori esterni della posizione dell'Egitto, che chiede un cessate il fuoco preventivo. Hamas, che potrebbe accedere a una tregua umanitaria di qualche giorno, vuole restare in possesso di Gaza, possibilmente con tutte le sue armi. Fino a ora, ha rifiutato ogni accordo e seguitato a cercare un successo drammatico con attentati e missili. Israele, che ha accettato tre cessate il fuoco umanitari sempre rotti da Hamas, cerca di ripulire Gaza dalle armi e dalle gallerie da cui i terroristi penetrano sul suo territorio, e avrebbe bisogno di tempo per concludere l'operazione. Se dovesse fermarsi a causa di un cessate il fuoco senza condizioni molto presto avrebbe una nuova guerra e stragi terroriste, pensa il governo, e quindi vuole tempi chiusi alla fine dei quali sia sancito il disarmo di Hamas. L'unica condizione che può interessare veramente Netanyahu è quella del controllo dei missili e delle gallerie, e per questo ha bisogno di un garante. La sola proposta che porterebbe a questo risultato è quella egiziana di Abdel Fattah el Sisi, che non contiene questo punto ma chiede che le armi tacciano a tempo determinato mentre si intraprende una trattativa. Questo Hamas non l'ha mai accettato: vuole l'accettazione immediata dell'apertura dei passaggi per l'Egitto e Israele, il controllo di aeroporto e porto, il controllo di acque territoriali, finanziamenti. Insomma, un solido potere su Gaza.
Onu, Usa ed Europa vogliono promettere a Hamas qualcosa per approfittare del suo interesse alla cessazione dei combattimenti. Israele avrebbe interesse a continuare la battaglia, perchè non può permettersi la sopravvivenza delle armi nemiche. Ma non può essere interpretata che come una pressione micidiale la decisione presa dall'FAA, l'organizzazione federale che fa capo al presidente Obama e regola i voli americani, di chiudere ogni connessione aerea con l'aereoporto Ben Gurion. Un gran successo per Hamas che Mashaal ha rivendicato ieri sera, una forma di boicottaggio mai sognata prima, subito imitato, certo in buonafede, da molte compagnie europee fra cui l'Alitalia. È uno dei peggiori incubi di Israele: restare isolata, unica scheggia di democrazia abbandonata in mezzo al mondo islamico. In queste ore sta accadendo, i suoi cittadini sono rimasti bloccati negli aeroporti di tutto il mondo, compresi quelli della Turchia, dove Erdogan ha appena dichiarato che Israele è peggio di Hitler. Poco piacevole. Gli aerei dell'El Al lavorano a massimo ritmo, e le autorità aeroportuali garantiscono la massima sicurezza. Anche se sono minacciose le immagini della casa distrutta da un missile nella zona di Yehud, vicino a Tel Aviv, Obama certo ha saputo aspettare l'orario giusto, 24 ore dopo, per consentire a Kerry di raggiungere, dopo la visita al Cairo, anche l'ufficio di Abu Mazen e quello di Netanyahu.
Abu Mazen ha tentato una trattativa con Hamas, visitando anche il suo sponsor miliardario, il Qatar. Turchia e Qatar sono i due mediatori scelti da Hamas, che alla fine ieri, e il messaggio allusivo del capo dell'ufficio politico Khaled Meshaal, lascia intendere che verrà loro concesso un qualche ruolo futuro. Anche Kerry suggerisce formule che promettono in cambio del cessate il fuoco un grosso contributo Usa per ricostruire Gaza e anche l'esame di «tutti i problemi della zona», ovvero della apertura dei passaggi. Sia Ban Ki Moon che l'Ue hanno usato parole di inusitata solidarietà verso Israele, dichiarando legittima la sua autodifesa e chiedendo il disarmo di Hamas. Questo potrebbe preludere a una candidatura per diventare i garanti di tale disarmo, la condizione di Israele, che intanto probabilmente dovrà accettare una tregua umanitaria limitata.
Intanto le armi tuonano, altri tre Israeliani sono stati uccisi, l'esercito agisce dentro Shajaya dove ha bombardato un ospedale vuoto, quello di Al Wafa, mostrando con immagini filmate il suo uso come casamatta e sede dei terroristi. Ma le perdite dei palestinesi sono alte. Anche una galleria fatta saltare per aria era piena di armi, divise, mappe.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.