Roma

Montaguti, appello ai paramedici contro i «baroni»

Antonella Aldrighetti

La riorganizzazione dell’Umberto I parte dal basso e sarà «partecipata» dagli operatori del comparto sanitario: medici ma soprattutto, paramedici. Un proposito innovativo che il manager del policlinico universitario, Ubaldo Montaguti, ha accordato ieri ai camici bianchi durante un’assemblea tenutasi al Dea. E questa riorganizzazione partirà proprio dal dipartimento d’emergenza «ingolfato da pazienti sgraditi ai reparti di degenza», come il personale stesso lo ha definito. Verità o illazioni? Il direttore generale ha ascoltato, pensando bene di spronare i lavoratori a fare proposte, a «fargli sapere», a «dargli idee» dopodiché, ha assicurato, che sarà lui stesso a «fare il lavoro sporco». Frase che suonerebbe tanto come una tiratina d’orecchie a quei «baroni» che ostacolerebbero l’accesso alle cliniche e in prima istanza a responsabilizzare chi sta a diretto contatto dei malati per scovare il «malaffare». E sempre sull’onda delle innovazioni il manager ha impartito anche direttive che riguarderebbero i pazienti portati all’Umberto I con i mezzi di soccorso. A suo parere «un paziente che arriva al pronto soccorso con il 118 se ha problemi cardiaci deve essere subito inviato al reparto coronarico e non portato al Dea». Purtroppo però qui ci sarebbe da fare i conti con tutte quelle ambulanze scoperte di personale medico specialistico. A chi starebbe formulare la diagnosi? E chi si accollerebbe il rischio di una possibile «papera»? «La direzione dell’Umberto I, non sapendo dove iniziare il rilancio dell’azienda, sede della facoltà di medicina tra le più note a livello europeo, chiede agli operatori di dargli una mano su cosa non va nel trattamento delle emergenze - chiosa Gianni Romano, segretario regionale Fials-Confsal -. Se così stanno le cose, non finiremo mai di preoccuparci dei suoi estemporanei interventi di rilancio. La strabiliante deduzione che gli infartuati dovrebbero essere trasportati dal mezzo di soccorso all’unità coronarica, senza passare per il Dea e senza tuttavia precisare dove dovrebbe essere diagnosticata la patologia che ha dato luogo al ricovero, ci stupisce perché più che le proposte di una direzione manageriale è la modifica dell’ordine del protocollo d’intervento. Ci domandiamo se la direzione generale aspiri a sostituirsi al ministero della Salute».

Sarcasmo colto dall’opposizione regionale che, in commissione sanità, alla Pisana, ha invitato il presidente Franco Dalia a convocare l’audizione di Montaguti.

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