Daccordo, lasciate perdere i bla bla. Il vero Michael Jackson, grandioso penoso onesto, è nelle duecento pagine della sua unica autobiografia «Moonwalk» uscita nell88 e ristampata ora da Sperling & Kupfer. Quando la scrisse, Jacko era al massimo del successo, lui trentenne di Gary nellIndiana sopravvissuto al putiferio di «Thriller» e non ancora schiacciato dal marasma di Neverland, che acquistò lanno dopo. Era, insomma, luomo che non aveva ancora smesso di essere bambino ma portava nellanima le stesse ferite, lacere e infette, che lo accompagneranno fino alla morte. «Il prezzo del successo può essere molto elevato. Ne vale la pena?», si chiede nelle ultime pagine. Sappiamo che cosa risponderebbe adesso, se potesse. Ma non tutti sanno quale devastazione intima e sconcertante accompagnò la sua corsa sui palchi, prima con i Jackson 5 schiavizzati dal padre e poi solo, di fianco a Quincy Jones oppure a quella mandria di farabutti che lo accompagnarono succhiandogli il sangue fino allultimo.
Qui la si può scoprire, annusandola tra le righe di uno stile barocco e infantile, per poi capire che Jacko probabilmente era davvero, come scrive Jacqueline Kennedy Onassis nella sua introduzione, «un uomo sensibile, divertente e ricco di intuito». Già.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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