La morte di Compagnoni e quel mistero irrisolto

Con la morte di Lino Lacedelli si fanno remote le possibilità di risolvere uno dei grandi misteri dell’alpinismo moderno, ovvero chi tra lui e Compagnoni, scomparso nel maggio scorso, arrivò per primo sulla vetta del K2. «Siamo arrivati insieme», erano soliti dire entrambi.
I due conquistatori del K2 - il 31 luglio del 1954 - hanno a lungo conservato anche il segreto sul ruolo di Walter Bonatti. Lacedelli raccontò la sua verità nel 2004 nel libro «K2: il prezzo della sconfitta», confermando il racconto di Bonatti. La parola fine sulla vicenda l’ha messa il Cai nel 2008. Il giorno prima dell’attacco alla vetta, Bonatti e l’hunza Mahdi salirono dal campo 8 ma non riuscirono a trovare il campo 9, dov’erano Compagnoni e Lacedelli.

Bloccati dal buio in alta quota, Bonatti e Mahdi trascorsero una notte all’addiaccio. Risulta confermata la versione di Bonatti, che invece fu accusato di essersi ostinato a bivaccare all’aperto, di aver respirato l’ossigeno dalle bombole di Compagnoni e Lacedelli e di aver abbandonato Mahdi.

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