Morto Abramo Ledda, il «Padre padrone»

«Serenamente alla soglia dei cento anni ci ha lasciato Abramo Ledda». È il necrologio pubblicato ieri dal quotidiano La Nuova Sardegna che annunciava la morte del protagonista di Padre padrone, il romanzo di Gavino Ledda, che nel 1975 vinse il premio «Viareggio». Abramo Ledda era nato nel 1908 a Siligo. E Gavino non andrà a dare l’ultimo saluto al genitore prima della chiusura della bara: «Ci eravamo riconciliati da tantissimi anni - ha detto - e penso che alla fine ci fossimo compresi a fondo. Anche per questo preferisco ricordarlo da vivo». Lo scrittore, che ha compiuto 68 anni, con il suo romanzo d’esordio Padre padrone divenne un caso nazionale. Dopo la vittoria al «Viareggio» i fratelli Taviani ne trassero un film che nel 1977 vinse la Palma d’oro a Cannes. «Sono venuto a riprendermi il ragazzo. Mi serve a governare le pecore e a custodirle. È mio...». Con queste parole Gavino descrive all’inizio di Padre padrone, quello che divenne non solo un grande affresco autobiografico del mondo pastorale sardo, ma anche un romanzo-simbolo delle prime contestazioni giovanili degli anni ’70. Lo scrittore aveva appena sei anni quando il padre lo strappò dai banchi.

Una «camicia di forza» che riuscì a togliersi solo a vent’anni, nel ’58, quando si arruolò, volontario, nell’esercito. Nel 1962 si congedò da quella che stava diventando un’altra «prigione» (coi suoi «ordini e regolamenti») e completò negli anni successivi gli studi, fino alla laurea in Lettere a Roma.

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