«Via la moschea abusiva dall’Esquilino»

Protestano gli abitanti: «Siamo furiosi, in balìa degli stranieri a cui tutto è permesso»

Alessia Marani

«No alla violenza, no al degrado, la moschea abusiva deve essere chiusa». Un centinaio di residenti in strada ieri pomeriggio all’Esquilino per dire «basta» all’illegalità e al Far West nel quartiere. Decine di fiaccolate accese, manifesti e stricioni, accompagnati dai consiglieri municipali e dagli esponenti romani di Alleanza nazionale (tra cui il sottosegretario alla Salute Cesare Cursi), in un agguerrito corteo raccolto a partire dalle ore 18 in largo Brancaccio. Manifestazione che segue l’aggressione subita da una donna di 63 anni mercoledì nell’androne del condominio al civico 6 di via Domenichino che ospita - suo malgrado - dall’agosto scorso nientemeno che una moschea completamente fuorilegge. Uno scantinato, un ex deposito per tappeti, trasformato in un batter baleno in un luogo di culto e di preghiera per musulmani senza alcuna autorizzazione, senza che vi siano le condizioni igieniche di sicurezza per accogliere al suo interno fino a un centinaio di fedeli. Una situazione da subito denunciata da il Giornale, ma soprattutto dagli stessi abitanti del rione esasperati dal continuo viavai, indignati dal fatto che nessun controllo da parte delle autorità sia mai stato effettuato al suo interno. «Siamo ormai cittadini di serie “B” in una capitale sempre più in mano agli stranieri a cui tutto è permesso in nome di una falsa solidarietà - tuona Luciana Gasparini, a capo dell’associazione Merulana per l’Esquilino -. I ventimila romani che ancora vivono in questo quartiere debbono continuamente subire le angherie e l’arroganza di chi si sente impunito e, fatto ancora più disarmante, spalleggiato dal Comune e dal suo sindaco».
«Sulle prime pagine dei nostri giornali campeggia l’orrore di quanto sta accadendo nelle periferie parigine - aggiunge Nicola Tripodi, dell’associazione dei Rioni Monti ed Esquilino, un programma per la rinascita che fin dal ’99 si batte contro la snaturalizzazione della zona, ormai in mano a cinesi, orientali in genere e maghrebini -, ma poi tutti chiudono gli occhi di fronte a quanto succede ogni giorno nel cuore di Roma. La nostra è una situazione esplosiva, che potrebbe prendere fuoco da un momento all’altro. L’episodio dell’altro giorno è emblematico».

Intanto, i consiglieri del I municipio, Federico Mollicone e Mauro Peloso, ieri hanno presentato un’interrogazione urgente in cui si chiede di mandare immeditamente dei controlli da parte dei vigili urbani e dei vigili del fuoco all’interno dei locali di via Domenichino. Analoga istanza sarà inoltrata oggi in aula Giulio Cesare dal consigliere comunale Marco Marsilio.

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