Tiffany, allarme rientrato. Lincidente dispolmatico che si è consumato tra giovedì e venerdì a Palazzo Marino sembra essere rientrato. Questa mattina alle 9,30 si terrà una giunta straordinaria riparatrice dove verrà votata la delibera «sparita» dalla riunione di ieri. Al centro delle ire funeste del sindaco ancora lalbero- gioielleria di Tiffany che ha rischiato, anche se solo per 24 ore, di non aprire i battenti. O meglio di aprire lo stand a forma di pacchetto di Natale per lesposizione ma non per la vendita. La delibera, firmata dallassessore allArredo Urbano Maurizio Cadeo che avrebbe concesso a Tiffany e Swarovski, di vendere i propri prodotti in cambio della sponsorizzazione delle luci natalizie ieri mattina non è andata in giunta. Letizia Moratti furibonda per essere stata «scavalcata» dagli uffici - «Vi avevo detto che volevo seguire passo passo il progetto» - ha deciso di non sottoporla alla votazione dei suoi assessori.
Facciamo un passo indietro: giovedì alla riunione di pregiunta viene esaminata la delibera per lautorizzazione alla vendita per la gioielleria Tiffany in piazza Duomo- al momento abilitata solo allesposizione - a per il temporary shop Swarovski in largo Crocerossa. Laccordo raggiunto tra Comune e le due case prevede il sostegno economico per le luminarie natalizie in cambio dellautorizzazione per punti vendita, con parziale scopo benefico. Superate le polemiche della Curia, e stabilito che parte dei proventi sarebbero stati devoluti alla Fabbrica del Duomo, il «caso Tiffany» era rientrato. Qualche giorno fa Gae Aulenti aveva criticato il progetto di illuminazione dell«Ago e il filo» di piazza Cadorna, da lei ridisegnata nel 1999. La Gazzetta dello sport, che finanzia le luci, avrebbe ottenuto uno shop in piazza San Carlo. Sembra però che il sindaco abbia chiesto la rimozione del logo rosa dalla piazza, forse nel vano tentativo di liberarsi anche delle luminarie.
Ma il 2 dicembre - si legge nella delibera - lamministratore delegato di Tiffany impegna lazienda a devolere il 2% degli incassi alla Lilt e alla Fabbrica del Duomo. A prescindere dalle vendite si stabilisce che la gioielleria verserà 10mila euro ciascuno alla Lega Italiana Lotta ai tumori e per il restauro della Guglia maggiore del Duomo. Lo stesso accordo viene siglato da Swarovski: devolverà il 5% dei guadagni del temporary shop alla Croce rossa italiana. Alla lady di ferro non basta: la percentuale sulle vendite in charity deve salire al 5% per Tiffany e limporto a 150mila euro. In discussione anche i pannelli esterni al negozio, che per il sindaco non specificano abbastanza chiaramente la finalità anche benefica del negozio. Da qui la decisione di non portare in giunta la delibera e la riunione convocata durgenza ieri pomeriggio. Sui termini del nuovo accordo raggiunto ieri vige il riserbo più assoluto.
Oggi verranno accese dallassessore Cadeo tutte le luminarie della città, cancellando le ombre calate su questo Natale milanese.
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