MotoGp, impresa Rossi: è terzo

A 50 giorni dall'incidente il Dottore è terzo: "Sono felice, ma non riesco a esultare perché mi fa male di tutto. Però è bello avere ottenuto un podio su una delle piste più dure al mondo"

MotoGp, impresa Rossi: è terzo

Pronti e via ed ecco Pedrosa missile con Stoner subito dietro e poi Spies talento a stelle strisce che sente aria di casa e s’infila terzo e Lorenzo che non ci sta e attacca e passa l’americanino. Da tutto questo casino Valentino cerca di restare moderatamente lontano, sesto, mentre ragiona e studia il buon Andrea Dovizioso che punta la Yamaha di Spies.

Il via di Laguna Seca è questo, gran premio per uomini veri, gran premio che fa sembrare l’ultima corsa, quella del quasi kartodromo del Sachsenring, qualcosa di molto lontano. Lo sa bene Valentino che quando decise di accelerare il rientro fissò la Germania come primo Gran premio proprio per arrivare già rodato a testarsi come si deve nel catino a stelle e strisce. Solo cavatappi e annessi e connessi avrebbero saputo dirgli quanto aveva recuperato.

Fatto sta, dopo otto tornate succede che Pedrosa comincia ad allungare su Stoner e Lorenzo, succede soprattutto che il ducatista pur di stargli addosso o pur di scrollarsi di dosso Lorenzo va largo e, opplà, concede la posizione allo spagnolo. Intanto il Vale nazionale studia il Dovi, intanto il Pedrosa fa la gara che più ama, avanti lontano da tutti, però talmente lontano che quando s’accorge, giro 11, che Lorenzo gli lima i decimi, decide di andare ancora più in là, sulla sabbia e contro le barriere. Nessun problema fisico ma molte turbe mentali per quanto sprecato e, in pratica, Gran premio finito visto che Jorge prende il comando e chi mai lo fermerà? Vittoria numero 6 e mondiale sempre più nelle sue mani.

Valentino a questo punto non è più incollato al Dovizioso ormai terzo, è quarto, come sette giorni fa, ma su pista da attributi grandi così, per cui va bene comunque e poi ci sono Spies e Hayden che premono dietro. È un pensiero comune questo, ma che dura lo spazio di pochi giri, perché d’un tratto, a sette giri dalla fine, Valentino si avvicina al Dovi al ritmo di mezzo secondo a tornata e sente aria d’impresa, di podio, di storia. Ancora due giri ed ecco il sorpasso e la promessa del podio, solo promessa perché il Dovi gli resta incollato fino al traguardo, quando addirittura sbaglia ubriacato dal Dottore. Il podio non è più una promessa, ma realtà, 50 giorni dopo l’operazione. Dirà: «Ho fatto fatica, questa pista è una delle più difficili, era l’obiettivo massimo, ma non riesco a esultare, mi fa male tutto».

Missione compiuta, dunque, Valentino ha mantenuto fede al programma varato nelle segrete stanze della sua convalescenza d’inizio estate: accelerare il recupero per lasciare al top e vincente l’ingrata Yamaha per approdare all’affascinante Rossa, mettendo le basi della grande impresa.

Quale? Diventare l’unico pilota al mondo ad aver vinto il titolo della classe regina in sella a tre marche differenti (Honda, Yamaha e Ducati). Per la verità, diventerebbe anche il primo italiano del dopo Agostini - per cui parliamo di una quarantina d’anni - a vincere il titolo su moto italiana.

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