"Mrs Playmen", storia della signora che rese intellettuale il porno soft

Carolina Crescentini è Adelina Tattilo nel film sulla rivista che "in edicola si nascondeva tra gli altri giornali"

"Mrs Playmen", storia della signora che rese intellettuale il porno soft
00:00 00:00

da Roma

Ci voleva Netflix per raccontare una delle nostre storie editoriali più curiose. Quella di Adelina Tattilo direttrice, quasi a sua insaputa, della rivista erotica Playmen. Siamo a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70 quando Saro Balsamo, suo marito e editore della rivista (Francesco Colella), lascia l'Italia per fuggire dalle cause penali e anche per inseguire gli altri suoi amori. La serie in 7 episodi Mrs Playmen, presentata ieri nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma prima di andare in piattaforma il 12 novembre, diretta da Riccardo Donna, scritta da Mario Ruggeri con Eleonora Cimpanelli, Chiara Laudani, Sergio Leszczynski e Alessandro Sermoneta e prodotta da Aurora TV inizia proprio da quel momento lì. Carolina Crescentini, che interpreta Adelina Tattilo con eleganza da signora, scopre così di dover dirigere veramente la rivista per salvare la baracca dalla bancarotta: "Si ritrova dice Carolina Crescentini (nella foto) a dover essere accettata da queste persone che non accolgono di buon grado sia un capo donna che proprio le opinioni di una donna e che si permettono tutto un cameratismo che lei non può tollerare. Poi deve imparare un mestiere sia da un punto di vista gestionale che creativo".

Infine, conclude l'attrice, "cresce e ci prende gusto".

Adelina Tattilo in maniera molto intelligente prima piazza alcuni colpi, come la pubblicazione delle foto scandalose di Anna Casati Stampa che la salvano dai creditori (si parla di mezzo milione di copie vendute), ma poi inizia a trasformare la pubblicazione rendendola più sofisticata e all'avanguardia con un gruppo di intellettuali brillanti: "Mi sono innamorata di Adelina che ha sfidato la concezione maschile del possesso sul corpo femminile. Nella serie parliamo di delitto d'onore che oggi lo si può chiamare femminicidio, del matrimonio riparatore e dello stupro che lede il senso del pudore pubblico e non la persona come oggi ci racconta il recente caso di Macerata. Stiamo attenti perché l'Italia conservatrice che aveva la Buoncostume sta tornando", accusa Carolina Crescentini.

Anche per quanto riguarda il racconto di quegli anni, il regista Riccardo Donna sottolinea come "abbiamo fatto un lavoro per avvicinarli all'oggi, rendendoli più comprensibili agli occhi dei giovani.

Sono anni '70 scintillanti e allegri, pieni di musica, ne abbiamo preso la parte buona". Perché poi, in effetti, come chiosa il produttore Pecorelli, "arriva la parte cupa degli anni '70 mentre qui lo scandalo era una rivista che all'edicola si nascondeva tra i giornali".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica